Sos, in corsia chiamati
medici vecchi e giovani

Medici fino a 70 anni e giovani laureati specializzandi. Il Patto per la salute cerca di schivare il pericolo degli ospedali senza camici bianchi. L’accordo programmatico raggiunto tra Regioni e Stato cerca di dare una prima risposta alla carenza di dottori, un problema ormai alle soglie dell’emergenza.

Patto per la salute, tre giovani medici

Tre giovani medici

Il Patto per la salute punta sui medici anziani e i giovani. Prevede la possibilità di mantenere in servizio, su base volontaria, i medici specialisti fino a 70 anni di età con oltre 40 anni di lavoro sulle spalle. Consente anche di assumere a tempo determinato gli specializzandi a partire dal terzo anno di corso. L’accordo programmatico tra Regioni e Stato stanzia anche i fondi per assumere dottori e infermieri, per migliorare le retribuzioni ed effettuare nuovi investimenti. Il Fondo sanitario nazionale aumenterà di 2 miliardi di euro nel 2020 e di altri 1,5 miliardi nel 2021 (salirà così a quasi 118 miliardi tra due anni).

Il problema da affrontare è doppiamente grave. Il blocco delle assunzioni degli scorsi anni e la fuga dei medici (in pensione o verso gli ospedali all’estero con stipendi più alti) ha gravemente depauperato il Servizio sanitario nazionale.

Patto per la salute, pazienti con parenti entrano nel Policlinico di Tor Vergata

Pazienti con parenti entrano nel Policlinico di Tor Vergata

L’età media dei dottori italiani è alta, tra le maggiori in Europa, supera i 50 anni. Varie regioni italiane si sono trovate improvvisamente senza il numero di camici bianchi necessari alle esigenze di cura e hanno avviato interventi di emergenza, come il richiamo in attività dei medici pensionati, per evitare il peggio.

Ospedali senza medici. Il pericolo è stato schivato, almeno questa è la speranza, un passo prima del baratro. Il ministro della Salute Roberto Speranza è soddisfatto: «Il Paese è unito e vuole investire nuovamente, con tutta l’energia possibile, nel comparto della salute». Con 3,5 miliardi in più il governo, ha sostenuto Giuseppe Conte, «vuole servizi più efficienti» e «lottare contro le disuguaglianze» perché la salute è un diritto fondamentale. Anzi il presidente del Consiglio ha quasi capovolto le precedenti impostazioni di risparmio nel Servizio sanitario nazionale: «Da qui al 2023 mi piacerebbe sforare con 10 miliardi di finanziamento alla sanità».

Patto per la salute, due anziani ammalati

Due anziani ammalati

Il Servizio sanitario nazionale va ripensato e rilanciato, anche con uno sguardo attento ai problemi dell’invecchiamento della popolazione. C’è un problema di dottori, di strutture e di costosi macchinari di analisi.

Il problema si è capovolto rispetto 30-40 anni fa. Un tempo erano troppi, oggi invece mancano i dottori, soprattutto gli specialisti. Ma c’è carenza anche di medici di famiglia: pesano tasse varie, contributi previdenziali,  costi dello studio e di aggiornamento professionale. La folla di giovani camici bianchi disoccupati di un tempo respinta dagli ospedali e dalla rete dei medici di base è solo un lontano ricordo. Pare incredibile, ma anche molti concorsi di assunzione di medici sono andati deserti. I camici bianchi sono diminuiti rispetto agli anni del boom e molti preferiscono andare a lavorare all’estero, attirati da stipendi più alti.