In Taberna, la musica
magica di Cafè Loti

Ritmi incalzanti o suadenti, allegri e melanconici. Sonorità epiche e mistiche. In Taberna sono comunque musiche magiche con radici medioevali nelle quali spunta con forza il latino. Musica popolare e colta del Mediterraneo e del Medio Oriente. In Taberna è il nuovo lavoro di Cafè Loti, il trio formato da Nando Citarella (voce, tammorra, chitarra battente, marranzano), Stefano Saletti (voce, oud, bouzouki, lauta, percussioni), Pejman Tadayon (voce, saz, bamtar, oud, percussioni).

Dominano gli strumenti musicali a corda o a percussione. Prorompente o soffusa vocalità. È un viaggio musicale nei secoli, in paesi diversi ma con tante caratteristiche simili. È un viaggio prendendo spunto da antiche musiche napoletane, siciliane, spagnole, francesi, greche, turche, persiane. Giovedì 7 novembre 2019, alle ore 21, In Taberna è presentato a Roma allo Spazio Rossellini Cafè Loti. 

In Taberna, Cafè Loti in concerto

Cafè Loti in concerto

Il trio, sottolinea un comunicato stampa, prende il nome dall’antico Cafè Loti di Istanbul, luogo in cui i viaggiatori si fermavano a parlare, si conoscevano e cadevano le differenze tra Nord e Sud del mondo. In Taberna (il lavoro è uscito il 20 settembre in CD e in formato digitale per la storica etichetta indipendente Materiali Sonori) ruota attorno al concetto della taverna intesa come luogo d’incontro, di convivialità, di scambio di esperienze ed emozioni.

È un lavoro diviso simmetricamente in due parti. Nella prima, ci sono sei brani originali che come sempre costituiscono un ponte sonoro tra passato e presente, tra musica medievale e popolare, tra Oriente e Occidente. Un percorso che parte dalla Spagna, si incontra con i trobadours francesi e le cantate popolari di Napoli e del Sud d’Italia, incrocia il canto in Sabir, attraversa le antiche vie della seta, la Persia e, poi si trasforma e diventa una musica capace di vivere di nuova luce, di emozionare e trascinare chi l’ascolta. Per dimostrare che la musica è il linguaggio del possibile dove l’incontro con l’altro arricchisce, trasforma, innova. Così è stato per secoli prima che si innalzassero barriere e muri figli della paura e dell’ignoranza.

In Taberna, Nando Citarella, Stefano Saletti, Pejman Tadayon

Nando Citarella, Stefano Saletti, Pejman Tadayon

La seconda parte di In Taberna invece prende spunto dal lavoro fatto dal Cafè Loti per riportare all’origine lo spirito di mosaico multilingue e multiculturale che animava i racconti e le storie narrate nel Codex buranus, che prese successivamente il nome di Carmina Burana. 

Una rilettura in chiave popolare di questi canti che ne evidenziano la grande forza espressiva e la profonda anima di canti del popolo. Per far emergere il contenuto assai vario dei temi trattati, che andavano da poesie di indole dottrinale, religiosa, polemica ad altre che cantavano scene sacre fino ad arrivare a quelle che inneggiavano con accento schiettamente popolare all’amore, al vino e alla natura, il Cafè Loti ha attinto, oltre al latino e al tedesco, alle “lingue” delle varie tradizioni popolari, dal siciliano al napoletano al sabir, la lingua del Mediterraneo.

È un grande viaggio, quindi, per fare dei Carmina un unicum tra mondi musicali ed espressivi apparentemente differenti che, presentati in questa nuova veste, fanno comprendere e apprezzare il modo in cui la musica Occidentale colta ha sempre saputo accogliere suggestioni della più varia provenienza, ed utilizzarle come un mezzo per rinnovarsi e reinventarsi (come fece Carl Orff nel 1936).