La Lancia Aurelia B24, Vittorio Gassman (Bruno Cortona), Jean-Louis Trintignant (Roberto Mariani), l’Italia in vacanza. La folla corsa in spider del bullo sciupafemmine (Bruno) e dello studente introverso (Roberto) attraverso il Lazio e la Toscana durante i giorni di Ferragosto. Il Sorpasso (1962), il capolavoro di Dino Risi, è l’immagine dell’Italia che si è gettata alle spalle la povertà, la guerra e sta assaporando avidamente il benessere e la modernità. Il film è l’affresco dell’Italia vorace del boom, quando l’economia del Belpaese cresceva a ritmi sfrenati di tipo cinese.
Era il tempo nel quale l’Italia non era depressa, in crisi, impaurita dal futuro come oggi, ma era ottimista e viveva una fase di grande progresso economico e sociale anche se a prezzo di duri sacrifici. Le imprese a partecipazione statale dell’Iri e dell’Eni facevano da traino allo sviluppo industriale nella siderurgia, nell’auto, nelle austostrade, nel trasporto aereo, nella cantieristica, nell’energia elettrica, nella petrolchimica, nelle telecomunicazioni, nelle autostrade, nelle banche, nelle assicurazioni. Fiorivano le piccole e medie aziende private. Grandi imprese private come la Fiat, l’Olivetti e la Montedison primeggiavano nell’innovazione tecnologica a livello internazionale. Erano gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, quelli dei governi centristi di De Gasperi e poi quelli del centro-sinistra di Fanfani, Moro, Nenni, Lombardi.
Quell’Italia lontana riappare nella mostra Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946 – 1961, in corso fino al 3 febbraio 2019 al Museo di Roma (piazza Navona, 2; piazza San Pantaleo, 10). La mostra, promossa da Roma Capitale, assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, espone 160 fotografie di quegli anni di grandi speranze.
Il Sorpasso narra in 160 scatti, precisa un comunicato stampa, il periodo storico dalla fine della Seconda guerra mondiale al boom economico degli anni ’60, articolandosi in dieci sezioni, ciascuna riferita a un tema specifico. A cominciare dal grande sforzo collettivo di rinascita postbellica, passando per le profonde differenze sociali ed economiche fra sud e nord Italia, l’emigrazione, le lotte politiche, i grandi cambiamenti del costume, per finire con l’eccezionale boom economico che porta il benessere, ma anche i pericoli di una crescita sfrenata.
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