Donne e Mafia a
“Senza sipario”

Teatro senza avere un teatro. Va in scena Donne e mafia. Gli attori recitano praticamente spalla a spalla con gli spettatori. Dopo il successo della sperimentazione della pièce di Cyrano de Bergerac messa in scena lo scorso ottobre, il Castello di Santa Severa diventa un palcoscenico naturale per le rappresentazioni teatrali lanciando una vera e propria stagione dal titolo “Senza sipario”.

Donne e mafia, locandina

Locandina dello spettacolo

Oggi, venerdì 1 dicembre, alle ore 18 va in scena, con ingresso libero fino a esaurimento posti, lo spettacolo DONNE e MAFIA, scritto, diretto e interpretato da Simonetta De Nichilo, con Chiara Carpentieri, Anna Rita Gullaci, Matilde Piana, Tiziana Santercole e Chiara Spoletini. Voci di donne, di ragazze, di madri –precisa un comunicato stampa- che raccontano le loro storie e ci trasportano in un viaggio nel tempo e nei luoghi che hanno visto la nascita e lo sviluppo del fenomeno mafioso. È un’iniziativa dell’Associazione culturale Crea, realizzata in collaborazione con la Regione Lazio, Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità, LAZIOcrea, Mibact, Comune di Santa Marinella e Coopculture.  

Donne di Mafia che testimoniano una realtà femminile in cui forza morale, coraggio, capacità di affermare i propri valori, unite all’amore (un amore fatto anche di stima, per figli, fratelli o mariti, vittime della ferocia mafiosa), aiutano a sfidare coraggiosamente un sistema.

Sono donne che osano opporsi non solo all’organizzazione mafiosa ma alla stessa cultura di cui si è sempre circondata. Donne e Mafia si apre come un racconto dal sapore e dalle sonorità antiche, usa la struttura della tragedia greca, e poi piano piano lo spettatore viene trasportato fino ai nostri giorni. Lo spettacolo mostra che la mafia non è un fenomeno situato in un tempo e un luogo lontano ma è oggi e qui.

La mafia esiste, è in mezzo a noi, dentro di noi. Oggi più potente di ieri perché si è infiltrata nei nostri comportamenti, e l’illegalità per molti è diventata un modello per “vincenti”. Attraverso lo studio sul corpo e sulla voce, le sette protagoniste raccontano l’esperienza di sette donne che hanno avuto a che fare con la mafia. Nella prima parte parlano le donne che hanno rotto il silenzio, madri sorelle, figlie che da vestali del “disvalore” si trasformano in donne che si ribellano alla cultura mafiosa, forti, fiere, ma anche fragili: Serafina Battaglia (1962), Michela Buscemi (1985) Rita Atria (1992) e Maria Concetta Cacciola (2011).

Nella seconda parte invece parlano le donne che hanno vissuto accanto a uomini che hanno lottato contro il potere mafioso e sono diventate instancabili promotrici della cultura della legalità: Saveria Antiochia, Rosaria Costa e Lucia Borsellino. Le voci di queste donne raccontano che la mafia non è un’organizzazione criminale e basta: mafia è “organizzazione del pensiero”. È un modo sbagliato di rispondere a violenza con violenza. Mafia è chiudere speranze, prospettive. Mafia è spirale, che ti convince che tutto è così, che sempre è così, che ogni volta sarà così.

Lo spettacolo vuole essere un invito alla consapevolezza, ognuno di noi può contribuire, nel ruolo che riveste, a indebolire la mentalità di cui si nutre la mafia: «Perché c’è una linea sottile tra il mafioso e l’uomo libero: in Sicilia o ovunque sulla faccia della terra». Si chiama scelta. E spetta a noi.

 

Castello di Santa Severa

Venerdì 1 dicembre – Ore 18

Ingresso libero fino ad esaurimento posti