Cimitero senza l’acqua
Fallimento della Raggi

È normale far mancare l’acqua a un cimitero per oltre sei mesi? No, non è normale. Percorro in macchina via Flaminia e ho una domanda fissa in testa: il camposanto di Prima Porta, nome ufficiale Flaminio, avrà l’acqua? Supero gli studi Rai di Saxa Rubra, Labaro, il Raccordo anulare, il tunnel scavato sotto la collina della villa di Livia Drusilla Claudia, la moglie dell’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, quindi oltrepasso Prima Porta, vedo il cimitero e torno a domandarmi: ci sarà l’acqua? Certo è impossibile mettere dei fiori sulla tomba di mio padre Angelo e di mio zio Stefano se manca l’acqua! La domanda mi tormenta. Da più di sei mesi quasi tutte le fontanelle del cimitero sono sempre a secco: trovare l’acqua è una avvilente caccia al tesoro tra tombe, loculi, cappelle, siepi, pini e cipressi.

Cimitero Flaminio, esterno

Muro di cinta del cimitero Flaminio

Oltrepasso la prima porta d’ingresso e mi fermo dal mio fioraio a due passi dalla seconda porta del camposanto, quella da cui entro sempre. C’è una insolita fila di persone, di solito invece sono il solo cliente. Poi mi ricordo che siamo quasi al 2 novembre, qualcuno chiama la giornata la Festa dei defunti, un termine che mi fa rabbrividire! Così mi spiego l’afflusso intenso. Arrivato il mio turno per comprare i fiori, vorrei chiedere alla fioraia se ancora manca l’acqua, ma evito la domanda perché mi sembra impossibile che non ci sia neppure alla vigilia del 2 novembre, quando decine di migliaia di romani vanno a Prima Porta.

I banchi dei fiorai fuori del cimitero

I banchi dei fiorai fuori del cimitero

Entro dall’ultima porta della Flaminia venendo da Roma, mi avvicino al loculo nel quale riposa mio padre e parcheggio la macchina. Il sangue mi va al cervello un po’ per il nervoso e un po’ per lo sgomento! La vasca della fontanella vicino alla tomba è secca, è piena di foglie, segno dell’assenza dell’acqua. Mi faccio forza e verifico, apro il rubinetto: anche questa volta niente acqua! Mettere i fiori senza l’acqua non ha senso! È inutile!

Lancio un appello alla calma a me stesso! Respiro profondamente, mi armo di pazienza e procedo. Ormai so tutto! Poso i fiori sperando che non li rubino: tempo fa dei ladri ignobili e anonimi hanno addirittura divelto e rubato per due volte i vasi di bronzo per rivendere il metallo, così alla fine abbiamo fatto rimettere un vaso di stagno in un contenitore di marmo, materiali non appetiti per un furto.

Fontana interna

Prendo il vaso di stagno e a piedi comincia la caccia all’acqua per il cimitero. Provo una, due, tre fontanelle: tutte a secco. Ne cerco altre: provo con la quarta, la quinta, la sesta, la settima, l’ottava: niente! Alla fine verso l’ingresso del camposanto vedo una Nasona, la classica fontanella pubblica romana in ghisa, attorniata da un gruppo di persone. Tutti hanno in mano una tanica! Mi rincuoro, ci siamo! Mi metto in fila e aspetto il mio turno. Un signore anziano davanti a me riempie due taniche d’acqua da 5 litri. Gli domando perché manca l’acqua. Mi guarda sconsolato e mormora: «È merito della giunta!». Chiedo un chiarimento, lui riprende e ironizza: «Sì, è merito della giunta comunale! Della Raggi, ha mantenuto tutte le promesse della campagna elettorale! Funziona tutto!». Poi spiega scuro in volto: «Abbiamo protestato, ma è stato tutto inutile!».

Una signora in fila con una tanica di plastica in mano non è così calma e ironica. Sbotta: «È una vergogna! Si devono vergognareee!!! È da marzo che manca l’acqua! I grillini sono peggio degli altri, di quelli che c’erano prima al Comune! Gli autobus passano quando vogliono, i cassonetti sono pieni di monnezza, le strade sono piene di buche, lo smog ci uccide, litigano per le poltrone, manca perfino l’acqua al cimitero così o te la porti da casa o fai la fila!». Rincara: «Il cimitero è pure diventato pericoloso! È diventato una terra di nessuno! Si aggirano certe facce brutte!». Ripete: «È una vergogna, paghiamo pure una montagna di tasse e io li ho anche votati! Invece di fare qualcosa vanno in piazza a manifestare! La Raggi è un fallimento, è una incapace!».

Targa del cimitero

Finalmente riempio la mia vaschetta d’acqua e in precario equilibrio cammino verso la tomba di mio padre per qualche centinaio di metri. Devo fare attenzione a non far cadere l’acqua, altrimenti la mia fatica è inutile! Ritrovo i fiori appoggiati alla fontana secca, li sistemo nel vaso e mi fermo cinque minuti in silenzio, prego Dio tra me e me. Poi vado via e penso: «Quante promesse mancate! La Raggi non riesce nemmeno a riportare l’acqua al cimitero!».

R.Ru.