“Il cinghiale mi ha puntata,
salva per miracolo”

Ora impera la psicosi, la paura. Prima c’erano state le incursioni più o meno folcloristiche dei cinghiali per le strade di Roma, poi alla fine c’è scappato il morto. La notte di venerdì 17 marzo, una data non certo ben augurante, un cinghiale ha speronato uno scooter nei pressi della via Cassia, il conducente di 49 anni è morto cadendo e battendo la testa. Sia il soccorso dell’autoambulanza sia quello dei medici dell’ospedale Villa San Pietro non hanno potuto far niente per salvare la vita al centauro.

I fatti non sono stati ancora accertati con sicurezza. Un testimone avrebbe raccontato: il cinghiale verso le 23 è sbucato all’improvviso dalla macchia su via dell’Inviolatella Borghese, l’impatto è stato violentissimo,  il pilota è stato disarcionato ed è crollato a terra.

CinghialeScene incredibili si susseguono da alcuni anni, diverse vie della capitale sono diventate zone a rischio di pericolosi safari non voluti con gli aggressivi animali selvatici. Sono numerose le aree della capitale in allarme: Cassia, Aurelia, Balduina, Monte Mario, Trionfale, Trigoria, Spinaceto. I cinghiali, di grande e piccola taglia, compaiono a sorpresa lasciando i parchi urbani e le campagne limitrofe alla città nei quali si sono moltiplicati. L’ultimo avvistamento mozzafiato c’è stato ai primi di marzo. Su internet gira un video stupefacente girato da bordo di un’auto: un cinghiale di notevole mole corre di notte a tutta velocità nella città. Corre contromano per via Baldo degli Ubaldi, una strada molto trafficata, vicina al centro storico, contigua all’Aurelia e al Vaticano.

Un abitante di Monte Mario lo scorso luglio, appena uscito di casa, si è quasi scontrato con una famiglia di cinghiali. A maggio un animale è stato investito e ucciso da un autobus di linea su via Cristoforo Colombo, all’altezza di Castelfusano. E ancora: nel febbraio del 2015 una scrofa con sei cuccioli è sbucata dal parco dell’Insugherata sua via Cassia terrorizzando un gruppo di persone alla fermata del “301”.

La spiegazione del fenomeno sarebbe semplice. Gli ungulati, moltiplicatisi negli ultimi anni, entrerebbero nei centri urbani in cerca di cibo, abbandonerebbero i parchi urbani e le campagne perché affamati. Su internet girano molti filmati e foto di cinghiali che frugano tra i cassonetti dell’immondizia e mangiano tutto che ciò che trovano di commestibile tra i rifiuti. Per molti cittadini, impauriti e spazientiti, sono proprio i cassonetti straripanti d’immondizia ad attirare i pericolosi animali selvatici.

Le denunce al Campidoglio, ai vigili urbani e alla polizia per ora sono rimaste lettera morta. Sono intervenute anche le associazioni in difesa dei consumatori. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha sollecitato un’inchiesta della magistratura sulla morte del centauro a Roma: «Chiediamo alla Procura di aprire una indagine sull’episodio verificando le responsabilità del Comune di Roma, dei vigili urbani e della Guardia zoofile, alla luce delle possibili fattispecie di omissione di atti di ufficio e concorso negli eventuali reati».

Come soluzione si parla di “catture” e di “abbattimenti selettivi”. Il presidente del Parco di Veio Giacomo Sandri ha indicato la strada di coinvolgere tutte le istituzioni «per trovare una soluzione e per mettere la parola fine a questo problema». Per alcuni «servirebbero squadre di tiratori scelti per abbattere i cinghiali» evitando morti, paure e danni.

Giulia, una ragazza romana che abitava in via Baldo degli Ubaldi, usa l’ironia per sdrammatizzare la paura: «Sì, ho avuto brutte avventure con i cinghiali, ma in Toscana, non a Roma. Una sera alle 21, alla fine dello scorso anno, ero in auto con mia nonna e per un soffio ho evitato il peggio. Avevo oltrepassato Orvieto quando, superata una curva, un cinghiale mi ha puntata sbucando da un bosco. Mi ha caricato. Per fortuna ho avuto la prontezza di spostarmi sull’altra carreggiata della strada ed ho evitato lo scontro frontale con il bestione! Per fortuna non passava nessuna macchina in quel momento».

Quanti danni? «È andata bene, mi ha urtato la fiancata dell’auto. La riparazione dal carrozziere mi è costata mille euro. Non so cosa si sia fatto il cinghiale, io non mi sono fermata, poi ho denunciato il fatto ai carabinieri». Altri episodi? «Un’altra volta ho incrociato un altro cinghiale dalle parti di Siena. Ero sempre in auto con mia nonna. Era giorno, è uscito fuori improvvisamente dalla nebbia fitta. Sono riuscita ad evitarlo e non è successo niente. Ora ho messo sul cruscotto della macchina un peluche di cinghiale, sintetico, per scaramanzia! Spero di non fare altri brutti incontri!».

L’allarme, dunque, da tempo è scattato in tutta Italia. La Coldiretti ha calcolato che i cinghiali, negli ultimi dieci anni, si sono raddoppiati in tutto il Belpaese arrivando a un milione di esemplari e causando annualmente 100 milioni di euro di danni all’agricoltura. Ma adesso dai danni siamo passati ai morti.

R.Ru.