New York, la nuova sinistra
attenta ai “dimenticati”

La sinistra è in crisi, Zohran Mamdani

Zohran Mamdani

Troppo ideologica e incapace di offrire soluzioni concrete ai problemi che affliggono la vita quotidiana di milioni di persone, la sinistra è in crisi un po’ dappertutto. Dominati dalle élite urbane e sempre più distanti dalle periferie e dalla gente comune, i vecchi partiti della sinistra hanno visto progressivamente erodersi il proprio elettorato storico in gran parte dei Paesi occidentali. E così, alla fine, hanno spalancato le porte all’estrema destra populista che ha fatto il pieno di voti alimentando la rabbia e le paure dei “dimenticati”.
Ma ora, proprio dagli Stati Uniti, la nazione dove è nata la democrazia moderna e adesso è in balia del trumpismo, ecco il primo segnale di svolta. Con l’apparire a sinistra di una nuova classe dirigente, che non sembra disposta ad accontentarsi del politicamente corretto e degli slogan contro la destra “brutta, sporca e cattiva”. Giovani politici alla prova del reale, che cerca di rispondere ai problemi affrontati quotidianamente dai “dimenticati”, il popolo degli esclusi che ha voltato la faccia al Partito Democratico consentendo a Trump di riprendersi la Casa Bianca.
Il nuovo volto di questo cambiamento è quello di Zohran Kwame Mamdani, 33 anni, musulmano di origine ugandese. Ha ottenuto una sorprendente vittoria alle primarie del Partito Democratico per le elezioni del prossimo sindaco di New York che si terranno il 4 novembre prossimo. Lo ha fatto con una campagna elettorale porta a porta che gli ha consentito di sconfiggere – a sorpresa – l’ex governatore Andrew Cuomo, cioè il grande favorito espressione dell’establishment del Partito Democratico.

Donald Trump

La candidatura del semisconosciuto Mamdani è stata sostenuta da una grande mobilitazione popolare. Gente comune, evidentemente convinta dalle proposte concrete fatte da Mamdani con un’agenda politica che prevedeva il trasporto pubblico gratuito per tutti i cittadini e il congelamento degli affitti, una misura considerata inderogabile in una città segnata da una enorme crisi abitativa. E per pagare tutto questo, ecco l’aumento delle tasse sui redditi dei super ricchi. Una misura solo a prima vista demagogica, visto che New York è la città che ospita più ricchi al mondo. Secondo gli ultimi dati di Forbes, la metropoli americana ospita circa 110 miliardari in dollari statunitensi, con un patrimonio complessivo di circa 694 miliardi di dollari.
Mamdani, che adesso punta alle elezioni del 4 novembre per diventare sindaco di New York, intanto si gode la candidatura dem. «Questa vittoria è per tutti coloro che si sono sentiti dimenticati nella nostra città», ha detto per prima cosa nel discorso fatto subito dopo aver vinto le primarie Dem.
La sua candidatura rappresenta comunque già qualcosa più di una semplice corsa politica: il simbolo di una svolta. Un cambiamento che costringe la sinistra ad abbandonare la comoda scorciatoia del politicamente corretto per tornare alla realtà quotidiana. A ben guardare, il “caso Mamdani” dimostra che – offrendo ai “dimenticati” proposte concrete su salari, abitazione e sanità pubblica – la sinistra può tornare credibile e quindi competere con la destra populista nata dalla paura. Per tornare a vincere le elezioni. E non soltanto negli Stati Uniti.