
Un bombardiere USA B2 sgancia la super bomba
Hanno volato per 18 ore i B-2 che trasportavano le 14 gigantesche bombe anti-bunker sganciate sui siti nucleari iraniani. Decollati dalla base aerea di Whiteman, nel Missouri, alle 00:01 del 21 giugno i superbombardieri inviati da Trump hanno attraversato l’Atlantico e sono stati riforniti in volo da aerei cisterna. Ma, prima di entrare nello spazio iraniano, hanno avuto bisogno di velivoli di supporto sia in Europa che nel Mediterraneo. E quindi a Sigonella, come in altre basi Nato, è scattato lo stato di allerta massima. Chiara conferma del nostro coinvolgimento operativo nell’operazione Midnight Hammer (Martello di Mezzanotte).
Giorgia Meloni si è comunque affrettata a dichiarare (alla Camera) che «l’Italia non ha partecipato in alcun modo all’operazione militare statunitense contro i siti nucleari iraniani». Insomma, secondo la premier, non c’è stato nessun coinvolgimento di Sigonella, la base che proprio per la sua centralità nelle missioni Usa in Nord Africa e Medio Oriente si è guadagnata da tempo l’appellativo di “Portaerei del Mediterraneo”.

Antonio Salazar
Esattamente come in un altro Paese dell’Ue, il Portogallo, la base militare di Lajes (Azzorre), che viene definita “Portaerei Usa in mezzo all’Atlantico”. La concessione del governo di Lisbona ai militari americani risale al secondo dopoguerra, quando il regime di Salazar cercò di rafforzare i legami con gli Stati Uniti.
Da allora l’aeroporto di Lajes viene utilizzato come piattaforma logistica o operativa in interventi armati statunitensi indipendentemente dalle decisioni UE. Il che espone il territorio portoghese a ripercussioni diplomatiche o ad eventuali atti ostili da parte di paesi terzi coinvolti. Infatti, in vari momenti, la presenza militare statunitense ha suscitato malcontento nelle comunità delle isole.
La “conquista” americana di Lajes inizia nel pieno della Seconda guerra mondiale, il Portogallo si trova in una posizione delicata perché ufficialmente è un Paese neutrale e deve vedersela con gli anglo-americani che premono per poter usare le isole Azzorre come base logistica. Alla fine Salazar, consapevole del rischio di un’occupazione forzata, sceglie di concedere l’uso agli Stati Uniti.

Il porto di San Miguel nelle Azzorre
Si tratta comunque di un’abile partita giocata dal dittatore portoghese che era riuscito a sfruttare abilmente la neutralità del Portogallo durante la Seconda guerra mondiale per trarne vantaggi economici e diplomatici. Tra le risorse portoghesi più ambite vi era il tungsteno, un metallo prezioso per l’industria bellica, ricercato sia dagli Alleati che dalla Germania nazista. Il Portogallo ne estraeva grandi quantità che vendeva a entrambi i fronti con enormi guadagni. Questa ambiguità, però, generò crescenti pressioni internazionali, soprattutto da parte degli Alleati, che consideravano le esportazioni verso il Terzo Reich una forma indiretta di complicità.
Alla fine, nel 1944, Lisbona fu costretta a interrompere le forniture alla Germania, segnando un primo passo verso un allineamento più netto con le potenze occidentali che stavano vincendo la guerra. Ma fino a quel momento aveva continuato a vendere il tungsteno ai nazisti facendoselo pagare in oro. Mentre Salazar, per far sì che gli Alleati chiudessero gli occhi sui lingotti nazisti che riempivano i forzieri della Banca centrale portoghese, autorizzava gli americani a utilizzare le Azzorre come base militare per trasformare Lajes nella loro portaerei in mezzo all’Atlantico.