11 acquedotti a Roma,
centinaia nell’Impero

Senza acqua non si vive e non si governa. Gli acquedotti romani sono in piedi da oltre 2.000 anni. La Roma dei Cesari aveva undici acquedotti, centinaia costellavano l’Impero. Acquedotti, strade, ponti erano fondamentali opere pubbliche di comunicazione al servizio di esigenze commerciali e militari. Teatri, anfiteatri, terme erano altre infrastrutture culturali, ludiche e civili. Ce ne parla Maria Luisa Berti.

L’acquedotto Claudio alle porte di Roma

Si calcola che Roma, alla fine del III secolo, avesse undici acquedotti funzionanti. Nel Parco degli Acquedotti, che si estende tra il quartiere Appio Claudio, Via delle Capannelle e la linea ferroviaria Roma-Napoli, si possono ammirare i resti di sei di quegli antichi acquedotti. Il più lungo era quello dell’Aqua Marcia, costruito dal pretore Quinto Marcio Re (144-140 a.C.), che prendeva l’acqua dalle sorgenti dell’Aniene e terminava a Porta Collina, rifornendo idricamente il Campidoglio, il Celio e l’Aventino. Per Plinio il Vecchio era “clarissima aquarum onmnium”, la più pura di tutte le acque. Poi vi furono sovrapposti gli acquedotti dell’Aqua Tepula e dell’Aqua Iulia.
L’acquedotto dell’Aqua Claudia, iniziato da Caligola nel 38 d.C. e finito da Claudio nel 52 d.C., presenta poderose arcate in blocchi di tufo, che sostengono arcate che potevano raggiungere i 28 metri d’altezza.
L’Anio Novus, opera anch’esso di Caligola e Claudio, condivideva gran parte del percorso con l’Aqua Claudia. Attingeva l’acqua dalle sorgenti dell’alta valle dell’Aniene, nei pressi di Subiaco, ma l’acqua arrivava torbida e veniva decantata in un bacino, la piscina limaria, senza successo. Alcuni tratti degli acquedotti Marcio, Tepula e Iulia furono distrutti nel Cinquecento per costruire l’acquedotto Felice, che prende nome da Felice Peretti, poi Papa Sisto V, che lo fece edificare. L’acquedotto alimenta un laghetto che dà origine a un corso d’acqua e ad una cascata.
Centinaia di acquedotti furono costruiti in tutto l’Impero, molti sono crollati o sono stati distrutti, ma rimangono diverse parti intatte.

Undici acquedotti, Il ponte acquedotto del Gard in Francia

Il ponte acquedotto del Gard in Francia

Il Ponte del Gard, nel Sud della Francia sul fiume Gardon, è costituito da tre serie di arcate; è alto 49 m e lungo 275 m. Una strada percorre il primo livello e al terzo livello è collocato l’acquedotto, costituito da un condotto a sezione rettangolare (dimensioni interne: 1,80 m di altezza e 1,20 m di larghezza) che percorre il ponte in tutta la sua lunghezza con una pendenza dello 0,034%. Il ponte è stato costruito verso il 17 a.C. e faceva parte di un acquedotto di quasi 50 km di lunghezza che portava l’acqua dalle sorgenti di Uzès alla città gallo-romana di Nemausus, oggi Nîmes. È stato eretto per volere di Agrippa sotto l’imperatore Augusto. Stendhal lo ha definito “musica sublime” e dal 1985 è uno dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
L’acquedotto Eifel, in Germania ha una larghezza interna di 70 centimetri e l’altezza di 1 metro, in modo che gli operai potessero entrare in caso di necessità. Costruito nell’80 d.C., trasportava acqua per circa 95 km dalle colline della regione di Eifel, nell’attuale Germania, all’antica città di Colonia. Se si includono anche le sorgenti secondarie, la lunghezza complessiva dell’acquedotto raggiunge i 130 km. Era quasi interamente costruito al livello del suolo, ed il flusso dell’acqua era provocato solamente dalla forza di gravità. Era sigillato con intonaco in modo da tenere all’esterno l’acqua sporca. In vari posti venne creato un sistema di drenaggio per tenere lontana l’acqua presente nel suolo. L’interno dell’acquedotto era intonacato con una sostanza rossa, opus signinum, composta da calce viva e mattoni rotti. Questo materiale era resistente all’acqua ed evitava perdite. Le piccole crepe venivano sigillate con legno di frassino.

L’acquedotto di Segovia in Spagna

A Cesarea, Palestina, in Israele, un doppio acquedotto portava l’acqua da sorgenti situate a quasi 10 miglia (16 km) a nord-est, dal Monte Carmelo. Fu fatto costruire da Erode che aveva ben compreso l’importanza di portare l’acqua nel deserto per irrigare le terre. Quando Adriano visitò Cesarea nel 130 d.C., capì che la crescita della città richiedeva ulteriore acqua, perciò fece fare lavori di riparazione e fece costruire un nuovo acquedotto che fu aggiunto a destra del primo canale e ne raddoppiò la capacità. Questi due acquedotti paralleli continuarono a fornire acqua per 1200 anni. Oggi, la parte più imponente dell’acquedotto erodiano, l’acquedotto sopraelevato I, è visibile sulla spiaggia di Cesarea, a nord della città antica.
L’acquedotto di Segovia, in Spagna, fu costruito con blocchi di granito assemblati a secco, come mattoni, perfettamente incastrati per assicurare la staticità dell’opera. Le arcate sono a tutto sesto, su uno o due livelli secondo l’altimetria del terreno. I pilastri superiori sono più stretti degli inferiori per alleggerire i carichi che gravano sulla campata inferiore.
L’Acquedotto dei Miracoli a Mérida, in Spagna, portava in città l’acqua raccolta dallo sbarramento sul lago di Proserpina. La sua origine sembrerebbe risalire approssimativamente all’epoca della dinastia Giulio-Claudia o della famiglia Flavia.
Restano, per una lunghezza di 827 metri, le arcate alte 25 metri ciascuna.
L’acquedotto di Tarragona, in Spagna, detto “Ponte del diavolo”, risalente al I secolo d.C., portava in città le acque dalla località di Puigdelfi, superava una vallata con un ponte, alto 27 m e lungo 217 m. Era a due ordini di arcate in opera quadrata, tuttora conservate.
L’acquedotto di Valente ad Istanbul, in Turchia, fu costruito sotto l’impero di Costantino (I secolo d.C.); sono conservati 800 metri della sua lunghezza originale di oltre un chilometro. Posto su due livelli portava alla città le acque del fiume Alibey. È considerato il più grande e lungo acquedotto del mondo antico e forniva acqua alla città di Costantinopoli, l’attuale Istanbul.
Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) scrisse: «Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l’acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso».

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