
Irina Ščerbakova
Certo che il 25 aprile è una festa importante e va festeggiata. È la festa della vittoria sul fascismo e il nazismo; e la festa per onorare chi ha combattuto ed è morto per la libertà, la democrazia. Quei giovani saliti in montagna, partigiani. E quei ragazzi venuti da ogni angolo del mondo e che forse neppure sapevano dove fosse l’Italia e sono morti o sono tornati nei loro paesi feriti, invalidi, comunque “segnati” da una guerra lunga e feroce.
Chi non “sente”, chi non festeggia il 25 aprile, ce ne faremo una ragione. Poi però c’è un 26 aprile. Nel senso che i valori della “Resistenza” non sono solo per un giorno: vanno nutriti e coltivati. Cosa sia oggi “resistenza” ce lo ricorda Irina Ščerbakova, scrittrice russa, tra le fondatrici di Memorial, che ne 2022 viene insignita del Premio Nobel per la pace: «Abbandonare l’Ucraina significherebbe non solo tradire un popolo, ma compromettere la democrazia europea. La vittoria di Putin non riguarderebbe solo l’Ucraina: sarebbe una sconfitta per la società civile europea, per il pacifismo autentico e per la democrazia».

Vladimir Putin
Ancora: «Dal 1920 l’Ucraina ha subito repressioni devastanti: l’eliminazione dei suoi intellettuali, la collettivizzazione forzata che ha causato la morte di milioni di persone durante la carestia indotta da Stalin, e successivamente la deportazione di migliaia di ucraini nei gulag. Anche dopo la morte di Stalin, i movimenti dissidenti sono stati brutalmente repressi. Dopo il 1991 l’Ucraina ha cercato di costruire la propria indipendenza. Nel 1994, con il Memorandum di Budapest, ha rinunciato alle armi nucleari in cambio di garanzie internazionali, che però non sono state rispettate. Putin ha sempre visto l’indipendenza dell’Ucraina come una minaccia al proprio potere e ha cercato di impedire questa autonomia in ogni modo. Per quanto riguarda la NATO, va ricordato che Putin ha usato la presunta minaccia della NATO come giustificazione per l’invasione, ma in realtà è stata proprio la sua aggressività a spingere paesi come Finlandia e Svezia a entrare nell’Alleanza. Questo era impensabile fino a pochi anni fa, ma è conseguenza diretta della sua guerra. L’Ucraina sta lottando per un’indipendenza che non significa solo sfuggire al controllo di Putin, ma anche costruire una società più libera e giusta».
Infine: «Quando la Russia ha attaccato la Cecenia nel 1994, si è trattato di una guerra brutale, quasi coloniale. Quegli orrori sono stati ignorati dall’Occidente, e le carriere militari iniziate in Cecenia hanno poi alimentato le atrocità commesse in Ucraina. Putin non è il primo leader russo ad abusare della violenza, ma è il più spregiudicato».
Ogni giorno dell’anno, dunque, sia il 25 aprile.