Primo Maggio,
sale l’urlo sulla
dignità del lavoro

Giorgia Meloni

Primo Maggio 2025 festa dei lavoratori. Anche quest’anno c’è poco da festeggiare: i salari sono sempre più bassi; le persone con un contratto di lavoro precario formano un esercito sterminato; il numero dei morti sale nelle fabbriche, in edilizia, nei servizi, in agricoltura. Le vittime erano 1.090 nel 2024, sono state 138 solo nei primi due mesi dell’anno, più 16%. L’Italia conta in media ben 3 “morti bianche” al giorno, sono colpiti pure ragazzi entusiasti appena assunti.
Perfino chi sta meglio, chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, molte volte naviga in brutte acque e con i soldi non arriva a fine mese. Giovanni Rinaudo, 48 anni, un figlio, separato, operaio a Torino nell’indotto dell’auto, non riesce a far quadrare i conti con 1.200 euro al mese. Racconta al Corriere della Sera: «Mi manca la tranquillità, la sicurezza. Ogni imprevisto può mettermi sul lastrico. Oggi mi sento un uomo senza dignità.

Primo Maggio 2025, Manifestazione dei sindacati per il Primo Maggio

Manifestazione dei sindacati per il Primo Maggio

Eppure lavoro da quando ho 15 anni. La mia sfortuna è quella di essere un metalmeccanico, a Torino, nel 2025». Incredibile: negli anni Settanta e Ottanta del 1900 i metalmeccanici di Torino, della Fiat o ruotanti attorno al Lingotto, erano l’élite della classe operaia in termini economici e di peso politico. Adesso Mirafiori a Torino e le altre fabbriche italiane del gruppo Stellantis, gruppo ex Fiat, sono allo stremo: perdono occupazione e produzione.

Primo Maggio 2025. Giorgia Meloni tenta di rassicurare. La presidente del Consiglio augura “buon primo maggio”, annuncia nuovi stanziamenti e misure per la sicurezza del lavoro. Rivendica: in due anni e mezzo il suo governo ha creato «oltre un milione di posti di lavoro» e il numero complessivo degli occupati «ha raggiunto il massimo storico» scalando quota 24.300.000.
Cgil, Cisl, Uil parlano lingue diverse. Maurizio Landini contesta la presidente del Consiglio. Il segretario della Cgil, alla manifestazione di Roma, accusa: «Siamo di fronte a una vera e propria strage che bisogna interrompere…E smetterla di mettere al centro il profitto. Al centro deve tornare la persona». Chiede al governo un vero negoziato, non finto. Non esclude la mobilitazione dei lavoratori. Daniela Fumarola dice «mai più morti sul lavoro». La segretaria della Cisl parla a Casteldaccia, Palermo, e apprezza invece «l’annuncio di Meloni di mettere in campo una grande alleanza tra le parti e il governo».

Maurizio Landini ed Elly Schlein

Pierpaolo Bombardieri parla a Montemurlo, Prato, e ricorda la tragedia di Luana D’Orazio stritolata da un macchinario in una azienda tessile. Il segretario della Uil dice: «Chi ha modificato i dispositivi di protezione per non far fermare le macchine non ha provocato un incidente: ha commesso un omicidio e così deve essere trattato». Vuole dialogare con il governo sulla sicurezza del lavoro ma per «intervenire su appalti a cascata e massimo ribasso, aumentando le ispezioni».
Elly Schlein insiste sull’introduzione del salario minimo da parte del governo. La segretaria del Pd contesta la presidente del Consiglio: «Meloni ha voltato le spalle a 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri», cioè con retribuzioni molto basse. Landini e Schlein sono in sintonia: indicano il passaggio importante dei referendum dell’8 e 9 giugno. Invitano a votare “per la sicurezza del lavoro” e “contro la precarietà”.
Primo Maggio 2025. La considerazione verso il valore e la dignità del lavoro da tempo è scesa a livelli molto bassi. Perfino nella giornata del Primo Maggio i giornali e le televisioni molte volte dedicano più spazio al “Concertone” (e alle connesse polemiche dei cantanti e tra i cantanti) che alle manifestazioni sindacali. È un segno della perdita della centralità dei sindacati e del lavoro. Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori, la festa della libertà e dell’emancipazione. Lo sfruttamento e la precarietà tolgono dignità al lavoro e intaccano la credibilità della stessa democrazia. I populismi autoritari mietono consensi quando i salari si inabissano e le disuguaglianze sociali s’impennano.