L’esercito europeo
è ineludibile

Ex malo bonum?, dal male viene il bene? Forse in questo caso, con prudenza e cautela, non è avventato scomodare Sant’Agostino. Può accadere, che li si debba ringraziare, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’autocrate del Cremlino Vladimir Putin.

Esercito europeo, Riunione dei Capi di Stato e di Governo europei

Riunione dei Capi di Stato e di Governo europei

Sono responsabili (non solo loro, beninteso) dell’inquietante sconquasso che agita i quattro angoli del mondo. In particolare, Italia ed Europa sono messe con le spalle al muro. Putin con la sanguinosa aggressione russa all’Ucraina; Trump, dopo una quantità di roboanti “avvertimenti”, sembra davvero intenzionato a passare a concrete vie di fatto e non intende più garantirci, come in passato, sicurezza e protezione militare.
Maria Romana De Gasperi racconta che il padre Alcide pianse quando comprese che, per la sciagurata opposizione della Francia, l’esercito europeo non si sarebbe fatto. È venuto il tempo di asciugarle, quelle lacrime. Peccato che si sia perso tutto questo tempo: perfino Winston Churchill, che aveva alle spalle l’alterigia dell’Impero vittoriano, aveva capito quello che non volle comprendere De Gaulle; il vecchio leone britannico agli studenti dell’università di Zurigo nel 1946 aveva indicato «il rimedio supremo»: costruire l’edificio europeo, dotarlo di una «struttura in cui esso possa vivere in pace, in sicurezza e in libertà. Dobbiamo costruire una forma di Stati uniti d’Europa».

Alcide De Gasperi alla conferenza della Pace di Parigi

Ovvio che botte piena e moglie ubriaca sono incompatibili. Toccherà fare delle scelte, ineludibili, se davvero si vuole dare vita al tanto evocato e auspicato “esercito europeo”; se non ci si vuole limitare a mere, inutili dichiarazioni di principio e affrontare seriamente la questione.
Occorre innanzitutto capire quello che serve. Non è tanto questione di carri armati, cannoni, fucili.
Occorre (la guerra in Ucraina docet) disporre di migliaia e migliaia di droni.
Occorre che siano dotati di dispositivi tecnologici che consentano di viaggiare in autonomia.
Occorre finanziare programmi di ricerca che siano in grado di neutralizzare gli ordigni che altri possono scagliarci.
Occorre dotarci di marchingegni come i Pager usati dagli israeliani contro i terroristi di Hezbollah.
Occorre stabilire catene di comando: esercito comune significa superare la babele di lingue e competenze, far capo a un’unica centrale decisionale.

Un tipo di Pager

Occorre investire e acquistare in modo coordinato (e non come ora in ordine sparso) tecnologia digitale a uso militare.
Occorre produrre autonomamente, per non dover dipendere come ora da potenze che un giorno potrebbero non avere più interesse a sostenerci. Significa che si gettano subito le basi per una progressiva autonomia, tattica e strategica.
In buona sostanza, se davvero si vuole essere Stati Uniti d’Europa e cogliere lo spirito del molto spesso citato “Manifesto di Ventotene”, occorre acquisire la consapevolezza che si è “comunità” europea, non solo nazionale.
Nove “occorre” e tutti e nove urgono: i tempi di attuazione non saranno immediati; per questo (decimo “occorre”) le fondamenta vanno gettate fin da subito. Si è perso anche troppo tempo. C’è un undicesimo “occorre”: tutto questo ce lo dobbiamo pagare di tasca nostra.
È un rude brutale “svegliatevi europei!”, quello che ci viene da Trump e da Putin. Se ci si desterà, ecco “l’ex malo bonum”.