Un uomo, se buono e onesto con sé medesimo, non ha difficoltà a riflettere con oggettività sui suoi comportamenti, a soppesarli criticamente e, se del caso, ad arrossire sino a vergognarsi.
Siamo in tempo di Quaresima, che per un cristiano è di fondamentale importanza, e la coscienza delle proprie colpe è un formidabile stimolo per compiere un esame interiore autentico. Non è facile farlo, ma chiunque, io per primo, se è veramente sincero, ha qualcosa di cui arrossire.

La Camera dei deputati
Purtroppo, però, sovente accade che l’esame di coscienza sia frenato dalla superficialità e dall’impudenza, tanto che, invece di arrossire, l’uomo fa della faccia di bronzo la sua maschera di vita. E lo fa senza ritegno, persino con ostentata volgarità.
Pensiamo a certi politici che pur dinnanzi al disvelamento della corruzione o della dolosa violazione dei diritti dei lavoratori, continuano senza imbarazzo la propria carriera.
O a certi imprenditori e professionisti che si prestano per denaro al gioco degli uomini del malaffare mafioso.
O a certi uomini e donne delle Forze dell’Ordine e della Magistratura che insozzano il biancore delle loro divise e toghe per abbracciare il lato oscuro.
Oppure a certi esponenti di associazioni private che pur di mantenersi al potere non si fanno scrupolo di fare imbrogli, dire falsità, proibire la parola ed eliminare chi la pensa diversamente.
Ebbene, è giunto il momento che l’uomo si riappropri della capacità di vergognarsi, perché attraverso di essa può effettivamente rigenerarsi.