Meloni dovrà scegliere
tra la Ue e gli Usa

Sergio Mattarella

L’ultimo avviso a Giorgia Meloni porta l’autorevole firma di Sergio Mattarella. Le parole pronunciate dal presidente della Repubblica all’apertura del Villaggio dell’Agricoltura non lasciano spazio a equivoci. Il messaggio è chiarissimo: per il nostro Paese è giunta l’ora di accantonare qualsiasi ambiguità in politica estera.

La tirata del Quirinale sui “dazi per noi inaccettabili” annunciati da Trump, rappresenta in tutta evidenza l’invito a reagire subito alla guerra commerciale aperta dal presidente Usa. E l’unica scelta offerta all’Italia per non soccombere, conclude Mattarella, è quella di affidarsi senza tentennamenti all’Ue che «ha la forza per interloquire in maniera autorevole sui dazi…».

La fermezza del capo dello Stato arriva nel momento più difficile per Giorgia Meloni all’interno dell’Unione Europea, dove la sua vicinanza a Trump rappresenta un problema e a giorni diventerà inaccettabile. Con l’entrata in vigore di quel maledetto 25 per cento che colpirà le esportazioni Ue verso gli Usa.

Donald Trump

Si tratta di una tariffa fuori misura che rischia di mettere in ginocchio anche l’economia italiana. Dove settori chiave come l’agroalimentare, la moda e la meccanica di precisione potrebbero subire perdite gravissime. Gli Stati Uniti sono infatti il secondo mercato di sbocco del Made in Italy. Un dato per tutti: l’anno scorso le nostre imprese hanno venduto negli States merci per oltre 64 miliardi di euro.     

Se questo è il quadro, è normale che Bruxelles stia mettendo a punto contromisure adeguate.

Nuovi dazi Usa, Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

La Commissione europea si prepara a rispondere agli Usa con una serie di contro-dazi. Questo accresce le difficoltà politiche della premier italiana ormai prossima a trovarsi di fronte a un bivio: da un lato Bruxelles, dall’altra Washington. Con una scelta di direzione che non può essere rinviata, anche perché gli effetti della guerra commerciale avviata dall’amministrazione americana rappresentano una minaccia reale per l’economia europea e italiana in particolare. Secondo i calcoli della Bce, i dazi degli Usa potrebbero infatti ridurre la crescita dell’Area Euro di circa lo 0,3% mentre l’eventuale rappresaglia da parte dell’Ue rallenterebbe ulteriormente il Pil fino a un calo complessivo dello 0,5%. In uno scenario del genere, è evidente che l’Italia non può chiamarsi fuori e Giorgia Meloni deve fare la scelta di campo: o di qua o di là.

Il “D-Day” è fissato per il 2 aprile prossimo, il giorno in cui dovrebbero scattare i nuovi dazi Usa sulle importazioni dall’Ue. Sarà quello il punto di svolta, il momento in cui la posizione a metà strada tra Bruxelles e Washington assunta fin qui dalla nostra premier non sarà più sostenibile. E Giorgia Meloni, costretta a mettere da parte qualsiasi residua ambiguità dovrà adottare una posizione chiara in difesa degli interessi nazionali minacciati dal suo “amico” Trump.