Wall Street affonda
l’età dell’oro di Trump

Lunedì nero per Wall Street. Lunedì 10 marzo è una giornata da dimenticare per la Borsa di New York. Invece dell’«età dell’oro dell’America» promessa da Trump sta arrivando quella del fango.

La paura dei dazi minacciati dal presidente degli Stati Uniti fa crollare le quotazioni di Borsa, il dollaro e la fiducia degli americani. La forte incertezza amplifica la paura. La guerra commerciale (che si somma a quella dei missili in Ucraina e in Medio Oriente) può provocare ulteriori sconquassi. I dazi attuati (contro le importazioni dalla Cina), decisi ma in gran parte sospesi (verso il Canada e il Messico) e minacciati (contro l’Unione Europea) fanno paura ai mercati, alle imprese e ai consumatori statunitensi.

Lunedì nero per Wall Street, Wall Street

Wall Street

I più colpiti dal lunedì nero di Wall Street (che contagia le Borse europee) sono per assurdo i titoli dei gruppi più innovativi delle aziende americane: quelle dell’alta tecnologia, del digitale, dell’intelligenza artificiale. L’indice Dow Jones perde il 2,2%, l’indice Nasdaq precipita del 4%, vanno in fumo 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Da dicembre i tecnologici perdono il 10%.

È una brutta sorpresa per i condottieri della tecno destra che hanno cantato le lodi del nuovo presidente repubblicano. È una brutta sorpresa soprattutto per Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, sul ponte di comando di Tesla, SpaceX, OpenAI, Neuralink, Starlink, X (ex Twitter). Tesla, da quando Trump è diventato presidente, ha visto il tracollo delle vendite delle sue auto elettriche. Le azioni Tesla lunedì 10 marzo crollano di quasi l’8%. Pesano i rischi di una guerra commerciale ma anche le stupefacenti prese di posizione di Musk come quelle che hanno invitato i tedeschi a votare per l’estrema destra nelle elezioni politiche anticipate in Germania. Ma è una brutta giornata anche per X.

Elon Musk e Donald Trump

La rete sociale di Musk lunedì 10 marzo funziona ad intermittenza un po’ dappertutto. Il “capitano” afferma: c’è stato «un massiccio cyberattacco contro X…Dev’essere coinvolto un grosso gruppo coordinato e/o un Paese».

Un disastro. Anche l’impegno politico di Musk nel governo Trump non gli ha portato fortuna. Il capo del Dipartimento per l’efficienza governativa, con l’incarico di “tagliare” personale federale e risparmiare, ha commesso molti errori con la politica dei licenziamenti di massa degli impiegati pubblici. Ha eliminato anche personale essenziale (nella sanità, nel trasporto aereo, nella sicurezza nucleare, nei veterani). Così è stato costretto a delle repentine marcie indietro, procedendo a delle riassunzioni. Alcuni ministri sembra che lo abbiano contestato. Perfino Trump, che lo ha definito «un genio», invita il fondatore di Tesla a usare «il bisturi e non il martello pneumatico».

Recessione economica. Il pericolo incombe. Il lunedì nero di Wall Street potrebbe anticipare un crack di vaste proporzioni. Mentre l’economia americana segnava dei record di crescita con il democratico Joe Biden ora è in affanno, fatica anche l’occupazione (aumenta quella part time a danno di quella a tempo indeterminato contrattualmente garantita). Incombe il pericolo di una recessione? Il commento di Donald Trump allarma i mercati: l’economia sta vivendo «un periodo di transizione, perché quello che stiamo facendo è davvero notevole».