L’Alitalia è tornata e ha appena ripreso a volare. Da metà febbraio un nuovo Airbus 350 è attivo sulla rotta Roma Fiumicino-Tokyo Haneda. L’aereo è di Ita Airways, azienda che ormai di italiano ha poco e da gennaio è controllata e gestita direttamente da Lufthansa.

Un aereo Ita con la dicitura “Inspired by Alitalia”
Ma adesso il colosso tedesco ha deciso di risuscitare il brand della nostra ex compagnia di bandiera. Per il momento con uno sticker (“Inspired by Alitalia”) apparso per la prima volta sulla livrea del nuovo Airbus Ita in servizio tra Roma e Tokyo.
Con l’inizio della prossima stagione estiva, l’adesivo con la scritta che ricorda la nostra ex compagnia di bandiera, sarà in bella vista su altri due aerei Ita. Un Airbus 321, impiegato sulle rotte di medio raggio, e un A210-100 utilizzato prevalentemente per il breve raggio. Insomma, pare proprio che l’azionista tedesco di Ita Airways abbia deciso di rimettere in pista l’Alitalia. Per il momento con tre sticker appiccicati su tre aerei. Adesso resta però da capire se si tratta di un semplice amarcord, un’operazione nostalgia studiata per sottolineare la continuità con Alitalia, o c’è dell’altro.
La risposta di Joerg Eberhart, il manager tedesco scelto da Lufthansa come nuovo amministratore delegato di Ita, suggerisce l’ipotesi della scelta commerciale: «Pensiamo che il marchio Alitalia abbia un alto valore e un grande potenziale». Naturalmente se Lufthansa è pronto a scommettere sul gradimento dei viaggiatori per il ritorno del brand Alitalia avrà senz’altro dalla sua le analisi di mercato.

L’amministratore delegato di Ita Joerg Eberhart
Comunque, l’idea di usufruire del potenziale di questo marchio, qualche limite ce l’ha. Perché nasce dal fatto che tanti nostri vecchi emigrati all’estero conservano l’immagine di un’Alitalia in piena salute, che per almeno tre decenni è stata tra le maggiori compagnie aeree d’Europa. Senza considerare il dopo. Cioè il decennio di crisi finanziaria concluso con il fallimento nel 2017. Dopo una lunga serie di bilanci in rosso e di salvataggi non riusciti che alla fine sono costati 11 miliardi e mezzo di euro di danaro pubblico. E almeno il doppio se aggiungiamo prestiti, interessi, oneri per Cassa integrazione, eccetera.
Sulle ceneri di Alitalia, a novembre del 2020, nasce ITA (Italia Trasporto Aereo). Con aerei e personale dimezzati rispetto alla vecchia compagnia aerea, ma ancora interamente di proprietà dello Stato e in attesa di un acquirente.
Alla fine la privatizzazione va in porto con Lufthansa che a gennaio di quest’anno versa 325 milioni di euro per il 41 per cento delle azioni e, in attesa di salire progressivamente al 100 per cento, si prende subito la gestione di Ita. Il nuovo amministratore delegato, Joerg Eberhart, è tedesco, è un manager che viene da Lufthansa ed ha i pieni poteri operativi.
L’ingresso di Ita nel network Lufthansa mostra comunque già i primi risultati con una forte crescita di passeggeri e ricavi. A fine 2025 Ita potrebbe raggiungere il pareggio di bilancio.
Solo allora sapremo se Lufthansa vorrà ancora accostare il proprio nome a quello Alitalia, rilanciando su larga scala il marchio d’una compagnia aerea un tempo certamente gloriosa, ma che poi fu sepolta da una montagna di debiti. Tutti denari messi puntualmente a carico dei contribuenti per mantenere in volo una compagnia aerea ormai senza futuro. Un vettore che a metà dello scorso decennio, cioè alla vigilia del commissariamento, perdeva 700 mila euro al giorno…