
Bollette della luce e del gas
La “povertà energetica”, come viene burocraticamente classificata dall’Unione europea, non è definizione facile da capire immediatamente per la gente comune. E, infatti, secondo una recente ricerca dell’Osservatorio sulla povertà, il 73 per cento degli italiani non sa di cosa di tratta.
Per dirla in parole semplici, “povertà energetica” è quel fenomeno che investe chi non ha i soldi per pagare bollette e servizi energetici essenziali come luce e gas. Secondo recenti statistiche, nel nostro Paese oggi ci sono quasi due milioni e mezzo di famiglie in questa situazione. Rispetto al periodo della post-pandemia, sono circa 350 mila in più. E questo si deve soprattutto al forte aumento dei prezzi dell’energia determinato dalla guerra in Ucraina, prima, e in Medio Oriente poi.
Per avere un’idea degli effetti sui consumi domestici degli italiani, bastano i dati sull’esplosione dei costi per le cosiddette famiglie non vulnerabili. Per loro, a gennaio 2025, cioè sei mesi dopo l’ultimo termine fissato dal governo Meloni per la fine del mercato tutelato, la migrazione al mercato libero ha portato ad aumenti tariffari con picchi dell’80 per cento.

Un termosifone per il riscaldamento
Ma se per un nucleo familiare italiano adesso l’importo medio per le bollette della luce è di 855 euro e per quelle del gas di 787, per arrivare al totale della cosiddetta spesa media tariffaria (quasi tremila euro), bisogna aggiungere un altro 46 per cento per pagare acqua, telefonia, Internet, raccolta dei rifiuti, eccetera.
Se questa è la situazione, ogni aumento della “povertà energetica” rappresenta un fallimento della politica. La diffusione del fenomeno dipende, infatti, anche da variabili (basso reddito delle famiglie, imposte sui consumi energetici, scarsa efficienza energetica delle case) su cui governi e amministrazioni locali avrebbero ampi poteri d’intervento.
Ma se le cose in Italia vanno male, bisogna aggiungere che nel resto d’Europa non vanno meglio. Si calcola infatti che quest’inverno dentro l’Ue siano quasi 50 milioni le persone che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente le proprie case.
E qui siamo ancora una volta di fronte al fallimento dell’Unione che è riuscita a presentarsi divisa perfino di fronte alla crisi energetica. Senza riuscire a mettere in campo una politica unificata in termini di decisioni e di acquisti delle materie prime. Che poi sarebbe stata la via maestra per tagliare le bollette di luce e gas, ma anche una grande occasione per riconquistare la fiducia di tanti cittadini europei delusi da Bruxelles.