Alla destra populista, si sa, piace mostrare i muscoli e far tintinnare le manette. Quindi nessuna sorpresa per il rafforzamento delle politiche repressive imposto dalla nostra maggioranza di governo. Il risultato è un forte dinamismo legislativo, in genere legato a situazioni di emergenza e di grande impatto mediatico. Giorgia Meloni ha imboccato questa strada fin dal suo esordio a Palazzo Chigi.

Giorgia Meloni al Senato
Ecco allora un’autentica valanga di misure restrittive con varie leggi. L’ultimo venuto è il disegno di legge sulla Sicurezza, varato – come assicura la nota ufficiale – per «migliorare la sicurezza pubblica». Approvato in prima lettura alla Camera dei Deputati a fine 2024, il provvedimento è attualmente in Senato all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia. Noto anche come Ddl Sicurezza 2025, il provvedimento ha naturalmente introdotto una serie di nuovi reati e inasprimenti delle pene.
Ecco un rapido campionario: Blocco stradale, che ha reso reato penale bloccare strade o ferrovie, con pene che variano da 3 mesi a 3 anni di carcere. Collaborazione con servizi segreti, che viene imposta alla pubblica amministrazione, inclusi gli atenei universitari. Introduzione del divieto di vendita della cosiddetta “cannabis light”. Accattonaggio minorile, con pene fino a 5 anni di carcere per chi impiega minori nell’accattonaggio. Reati in luoghi pubblici: pene più severe quando un reato viene commesso vicino a stazioni o in caso di truffa aggravata nei confronti degli anziani. Dulcis in fundo, ecco una misura “esemplare” per le detenute incinte o madri con figli fino a un anno, cioè l’eliminazione del differimento obbligatorio della pena in carcere.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni
La “politica delle manette” non è comunque prerogativa del solo Ddl Sicurezza, ma una scelta che il governo Meloni ha fatto fin dal suo esordio. Si comincia a novembre 2022 con il cosiddetto Decreto “rave” n. 162/2022, che introduce il reato di invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute o l’incolumità pubblica. Subito dopo ecco il Decreto Cutro n. 20/2023, che aggiunge un articolo al Testo Unico dell’immigrazione per punire severamente gli scafisti e i trafficanti responsabili della morte di persone. Il Decreto Giustizia n. 105/2023 trasforma l’abbandono di rifiuti da illecito amministrativo in reato. La Legge 138/2023 inasprisce le pene per il reato di incendio boschivo, introducendo nuove aggravanti per l’inquinamento ambientale. Sempre del 2023 arriva il famoso Decreto Caivano n.123, per introdurre il reato di pubblica intimidazione con uso di armi e il reato di inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori.

Il carcere di San Vittore a Milano
Ed eccoci al 2024. Il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore il 14 dicembre scorso, ha fatto rumore mediatico per la stretta di freni di cui si è vantato il ministro Salvini. Ecco alcuni esempi. Inasprimenti delle pene per Guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Sospensione automatica della patente per chi utilizza il cellulare mentre guida. Sospensione della patente anche per Abbandono di animali in strada. Con rischio di una pena fino a sette anni di carcere se l’abbandono causa incidenti con morti o feriti. Inutile aggiungere che la stretta del nuovo Codice della strada risulta particolarmente forte per i neopatentati, con una soglia di tasso alcolemico pari a 0.0 per i primi tre anni.
Comunque sia, la maggior parte delle misure repressive volute e sbandierate dalla destra in questi oltre due anni di governo appaiono altosonanti, severe e inapplicabili come famose “Gride” manzoniane nei Promessi Sposi. Soprattutto per lo stato drammatico in cui versano le carceri italiane, con molte strutture fatiscenti e inadeguate. In un sistema al collasso, dove l’anno scorso ci sono stati ben 88 suicidi. Secondo il rapporto annuale dell’associazione Antigone, il 2024 ha registrato un tasso di sovraffollamento medio del 132,6% con punte che superano il 200 per cento, come nel caso del carcere milanese di San Vittore che ha addirittura toccato il 225.
In una situazione del genere, al di là di ogni giudizio di merito sulle tante, troppe misure repressive volute dalla maggioranza, il rischio boomerang per la destra manettara al governo è evidente. Una protesta che dilaga sui social fino a trasformarsi in rivolta e la frittata è fatta. Perché, come la storia insegna, governare con il codice penale non porta mai bene…