Con Trump 2025
difficile per Zelensky

Con l’uscita di scena di Biden e l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, per l’Ucraina inizia una nuova fase della guerra contro l’invasore Putin. Una fase che si prevede particolarmente complicata. Quindi meglio lasciar perdere l’intransigenza che fino ad oggi ha spinto il presidente Zelensky a non prendere in considerazione nessuna ipotesi di congelamento del conflitto. 

Congelare il conflitto, Volodymyr Zelensky

Volodymyr Zelensky

Stessa marcia indietro per certe tirate propagandistiche che davano Kiev «in guerra fino alla vittoria finale» su Mosca. Destinata a finire in archivio sembra anche l’immagine eroica del leader ucraino «pronto a negoziare con Putin, ma solo dopo il ritiro delle truppe russe da tutti territori occupati». 

Insomma, siccome dal 20 gennaio al vertice degli Stati Uniti non c’è più l’amico Biden (con tutto il suo grande peso economico, militare e politico) adesso il presidente ucraino non può pensare realisticamente di poter andare avanti con il solo appoggio di una Ue debole e divisa. Dovrà vedersela con chi conta davvero dentro e decide cosa deve fare la Nato, cioè dovrà cercare al più presto un accordo con “The Donald”, l’imprevedibile magnate americano da sempre in buoni rapporti con Putin.

Donald Trump e Vladimir Putin

D’altra parte, si sa già che il nuovo vertice Usa un piano per «mettere fine alla guerra» l’ha già abbozzato: congelare il conflitto mantenendo l’integrità territoriale del Paese, ma con regioni autonome su ogni lato di una zona demilitarizzata. Si tratta di ipotesi lontane anni luce da tutto quello che Zelensky ha detto fino ad ora sul conflitto e sull’invasore russo. Infatti Trump ha già fatto sapere che non farà nulla per «approvare ulteriori aiuti statunitensi a Kiev». E se il quadro è questo, Putin avrebbe tutto l’interesse a trattare la fine del conflitto. visto che il suo Paese è stremato e l’Ucraina è destinata a restare «fuori dalla Nato». Altra promessa del nuovo presidente eletto degli Stati Uniti.  

Costretto a fare buon viso a cattivo gioco, Volodymyr Zelensky ha così iniziato la sua mancia indietro. Lo sta facendo con dichiarazioni fino a pochi mesi fa inimmaginabili. Una per tutte: Un Donald Trump «forte» potrebbe essere «determinante per fermare la guerra in Ucraina… Lui e io troveremo un accordo e offriremo forti garanzie di sicurezza, insieme all’Europa, e poi potremo parlare con i russi». 

Un palazzo ucraino distrutto da un bombardamento russo

A spingere il presidente ucraino ad abbassare certi toni c’è comunque anche il suo calo di popolarità sul fronte interno. Secondo un recente sondaggio dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, solo il 52% della popolazione dichiara di avere fiducia nel capo dello Stato, rispetto al 77% registrato nel 2023.

E questo si spiega con la situazione terribile della popolazione civile stremata da quasi tre anni di una guerra terribile che ha già fatto 80 mila morti tra i soldati ucraini. In un Paese dove i maschi validi sono quasi tutti sotto le armi, obbligati a combattere e chiamati a fare i conti con la legge marziale. Sono le donne a mandare avanti le famiglie tra privazioni indicibili, mentre attorno dilaga la corruzione. Con troppi appalti senza gara “giustificati” con l’emergenza e assegnati ad personam…