Imbellimento sì,
ridicolo no

Mi capita tante volte di guardare delle fotografie di volti e corpi di certi attori, influencer, donne e uomini dello spettacolo, manager, politici, sportivi e di notare che sono senza difetti, bellissimi, sensuali, praticamente perfetti.

imbellimento, Jocelyne Wildestein

Jocelyne Wildestein che voleva somigliare a una donna gatto

Non provo invidia o anche semplice gelosia, anche perché non è colpa loro se quanto a beltà e prestanza fisica la natura con me è stata ingenerosa. Mi danno invece fastidio le vere e proprie invettive, che sui social abbondano anche perché gratuite, di coloro che davanti alla bellezza e anche alle pratiche di imbellimento si manifestano come puristi della naturalezza e gridano allo scandalo.

I loro giudizi mi rimbombano nelle orecchie: «quella non accetta l’età, quell’altra la devi vedere al mattino senza trucco, quello lì si è rifatto gli zigomi e i denti, quell’altro si è scolpito gli addominali, quell’altra mostra le cosce» e via dicendo.

Ma, senza ovviamente scadere nelle barbarie corporali di chi si sottopone a trasformazioni chirurgiche lunghe e dolorose per assomigliare a bambole e bambolotti o, peggio ancora, ad animali domestici, mi chiedo: ma che male c’è a praticare il cosiddetto “imbellimento”?

Napoleone Bonaparte valica il Gran San Bernardo – J.L.David – l’Enciclopedia – La Biblioteca di Repubblica

Io penso che così come non c’è nulla di male ad accettare i segni, anche inestetici, della propria età (io sono tra questi), parimenti non c’è nulla di male a imbellirsi, se ciò può far stare bene con se stessi e purché non si scada nella mortificazione del corpo o persino nel ridicolo. La pratica dell’imbellimento è infatti vecchia come il mondo.

L’hanno praticata senza risparmio i Faraoni, i Re, le Regine, Imperatori e Imperatrici, i grandi borghesi e persino uomini di chiesa. Quanti Papi si sono fatti realizzare dei ritratti sfolgoranti dai migliori pittori delle loro epoche?

Persino il Corso che valica il San Bernardo sul dorso del suo destriero è stato immortalato come un dio di bellezza e potenza dal pennello di David.

Quelli che abbiamo la fortuna di ammirare erano davvero i loro volti e i loro corpi o, invece, sono dei corpi e dei visi “aggiustati e imbelliti” attraverso la mano dell’artista, che ha agito come un moderno “filtro” che un qualsiasi provetto “maneggione” di smartphone oggi può proficuamente e agevolmente usare?

La naturalezza per me è un valore molto importante, ma non mi sento di censurare o condannare (figurarsi) chi, per sentirsi meglio con se stesso o per lavoro o per qualsiasi altra ragione, pratica l’imbellimento con equilibrio e misura.

Diffido invece di coloro che subito insorgono facendosi passare per puristi e urlando invettive di offesa o di cattivo esempio, anche perché, nei confronti di chi troppo facilmente si scandalizza, mi viene in mente la saggezza di Esopo e la sua favola de “La volpe e l’uva”.