Sarà il 2025 l’anno della fine della guerra in Ucraina? La risposta è “sì”. Almeno a dar credito alle dichiarazioni di Donald Trump che, domenica 22 dicembre scorso, parlando in Arizona alla Conferenza dell’American Fest, ha detto di voler «risolvere rapidamente» il conflitto ucraino e subito dopo ha aggiunto: «Una delle cose che farò al più presto è incontrare il presidente Putin… anche lui è d’accordo…».

Donald Trump e Vladimir Putin
A questo punto, dopo quasi tre anni di guerra, l’avvio di una trattativa tra Kiev e Mosca, sembra qualcosa di più del solito annuncio propagandistico fatto dal prossimo presidente degli Stati Uniti. A rendere credibile lo scenario di una tregua, se non di una pace in tempi brevi ci sono i fatti. E, quindi, la realtà di un anno, il 2024, che si chiude con entrambe le parti stremate da un conflitto terribile, senza che nessuna delle due abbia ottenuto un risultato significativo.
Certo, negli ultimi 12 mesi, le truppe russe hanno conquistato altri 2.700 chilometri quadrati del paese occupato e questo è stato enfatizzato dalla propaganda di Mosca. Ma se poi si va a vedere come stanno realmente le cose, si scopre che alla fine si è trattato di appena lo 0,4 per cento della superficie totale dell’Ucraina.

Volodymyr Zelensky e Joe Biden
Un risultato misero pagato al prezzo di oltre 350 mila morti russi solo nel 2024. Se poi si considera l’impatto economico della guerra sul fronte interno, con il rublo crollato ai minimi dal 2022, un’inflazione al 9,3 per cento, generi di prima necessità venduti a mercato nero con milioni di russi spinti versa la soglia di povertà, è chiaro che Putin non può permettersi di tirare ancora per le lunghe il conflitto con Kiev. Anzi, secondo molti analisti indipendenti, più tardi lo farà e peggiori saranno le condizioni per la Russia. Visto che con la caduta del regime di Assad in Siria Mosca appare già notevolmente indebolita sullo scacchiere geopolitico internazionale.
Sul fronte opposto, la posizione di Zelensky, con l’uscita di scena di Biden e l’imminente ritorno di Trump al vertice degli Stati Uniti, rischia di diventare insostenibile. E quindi aumentano i rumors di un suo possibile passo indietro per consentire l’elezione di un nuovo presidente al quale affidare la trattativa con Mosca.
Una scelta quasi obbligata da quello che ha promesso di fare “the Donald” una volta insediato alla Casa Bianca. Come lo stesso Zelensky va dicendo da qualche settimana, la prospettiva per il nuovo anno in arrivo è il ridimensionamento se non la fine delle consegne di armi da parte degli Stati Uniti. Cosa che indebolirebbe parecchio la capacità di resistenza di un paese che in quasi tre anni di guerra ha già pagato un prezzo terribile: la morte di circa 800 mila soldati ucraini.