Pinocchio di Benigni,
Garrone e Sironi

In “Pinocchio” predominano i sentimenti dell’animo umano, nei bambini e negli adulti. Paura, coraggio, falsità, generosità, povertà, ricchezza. Predominano soprattutto le fantasie e i sogni. Non a caso il libro di Carlo Collodi ha riscosso un grandissimo successo in tutto il mondo, testimoniato anche da una ventina di versioni cinematografiche. Ce ne parla Maria Luisa Berti.

Benigni, Pinocchio di Roberto Benigni

Pinocchio di Roberto Benigni

Il film Pinocchio di Roberto Benigni uscì nel 2002 e il regista fu anche attore protagonista, produttore e sceneggiatore del film. Gli effetti scenografici e i costumi di Danilo Donati, la colonna sonora di Nicola Piovani sono la parte migliore e più accattivante del film, mentre non ha convinto la recitazione degli attori principali, soprattutto di Nicoletta Braschi la cui fatina è sembrata fredda e distaccata. Espressive le interpretazioni di Carlo Giuffrè nella parte di Geppetto e Kim Rossi Stuart in Lucignolo. Soprattutto quest’ultimo ha saputo cogliere bene la sfrontatezza, lo spirito ribelle ma anche la generosità del suo personaggio. Scenografia, costumi, fotografia e colonna sonora ebbero molti apprezzamenti.

Nonostante l’insuccesso del film negli Stati Uniti, gli sono stati riconosciuti il David di Donatello e il Nastro d’Argento. Fu il film italiano più costoso (45 milioni di euro) e fu scelto per rappresentare l’Italia all’edizione degli Oscar del 2003 come miglior film straniero, ma non fu candidato.

Pinocchio di Alberto Sironi è una miniserie televisiva in due puntate, andata in onda nel novembre 2009, prodotta da RAI FICTION, LUX VICE e dalla inglese POWER. Diretta da Alberto Sironi e scritta da Ivan Cotroneo e Carlo Mazzotta, è liberamente ispirata al romanzo di Collodi. Un attore bambino, Robbie Kay, impersona Pinocchio; un bravissimo Bob Hoskins è un severo Geppetto che ebbe a dichiarare: «questo film sceglie un punto di vista interessante, perché racconta la paternità, un percorso che Geppetto e Pinocchio compiono insieme… Geppetto ispira tenerezza. Io l’ho voluto rendere reale: è un uomo che soffre per l’estrema solitudine». Luciana Littizzetto, in velluto verde e antenne, dà vita a un Grillo Parlante «un po’ isterico, ha detto Luciana, sgrida Pinocchio quando fa cavolate e si stufa quando lui non lo ascolta». Un grillo parlante così accattivante che, invece di sparire subito, segue il bimbo burattino per tutta la durata della storia. Violante Placido è la Fata Turchina, curiosa come Pinocchio, ed ebbe a dichiarare sulla sua fatina: «può dare l’anima a Pinocchio, ma gli illumina il cammino solo fino a un certo punto… sa essere crudele con lui, poco delicata, perché in fondo la vita reale è fatta di pericoli».

Pinocchio-Benigni piange sulla tomba della Fata Turchina

La fiction è stata girata a Civita di Bagnoregio. Qui passeggia Vittorio Gassman nel ruolo di Collodi, che risolve il suo blocco di scrittore osservando le traversie di uno sfortunato falegname vedovo, chiamato Geppo.

Nel film di animazione Pinocchio di Enzo D’Alò del 2012, il rapporto tra padre e figlio diventa l’aspetto più interessante della narrazione che segue il romanzo di Collodi ma lo arricchisce per la bellezza dei disegni a pastello e ad acquerello. Mino Caprio dà la voce a Geppetto e suo figlio Mino a Pinocchio, Rocco Papaleo a Mangiafuoco, Lucio Dalla al Pescatore Verde. Di Lucio Dalla sono anche le musiche. La Canzone di Turchina è cantata da Leda Battisti, Mangia e bevi da Nada, Busker da Marco Alemanno, che con Dalla canta “Sono Pinocchio“.

Il filmato comincia con Geppetto giovane che fa volare un aquilone ma inciampa e l’aquilone vola via. Molti anni dopo l’aquilone torna a casa proprio mentre Geppetto sta lavorando un pezzo di legno che comincia a parlare… pensa così di costruire un burattino e di considerarlo come un figlio.

Benigni, A Pinocchio cresce il naso nel film di Matteo Garrone

A Pinocchio cresce il naso nel film di Matteo Garrone

Nel 2019 è uscito il film Pinocchio di Matteo Garrone con Roberto Benigni nei panni di Geppetto. Il piccolo Federico Lelapi è Pinocchio e, come tutti i burattini, ha un volto che pare di legno, a causa del pesante trucco, ma si muove agile come un bimbo. Della fiaba di Collodi questo film è una reinterpretazione, che punta soprattutto sull’ambientazione storico-sociale, sulla scenografia con quadri di luoghi di grande bellezza in Toscana, Puglia, Lazio; sui costumi (la lumaca che abita con la fatina, le marionette del teatro di Mangiafuoco, il cocchiere di bianco vestito) e sugli effetti speciali. A proposito di questi indimenticabile la scena del naso di Pinocchio che cresce e dei passeri che vengono a becchettarlo.

Il film si apre con l’inquadratura della Val di Chiana e del borgo medioevale di Sinalunga, località La Fratta. Qui vive Geppetto che vediamo lavorare nella sua bottega e recarsi all’osteria per cercare un po’ di lavoro. «La povertà di Geppetto, ebbe a dire Benigni, è la madre di tutte le ricchezze, che ti fa sembrare la vita un miracolo, qualunque cosa accada: c’è Chaplin dentro di noi».

Bravi anche gli altri attori, sia persone sia animali-persone, in particolare Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo, nei panni della volpe e del gatto, e Gigi Proietti, il cattivo Mangiafuoco.

La storia di Pinocchio trasmette valori più che mai validi: l’altruismo, la lealtà, l’autenticità, l’amore… attraverso quel percorso di trasformazione che compie ogni bambino nella sua crescita. La curiosità e l’innocenza di questo bambino-burattino esprimono la meraviglia del vivere.

Terzo articolo – Fine