Salvini con Orbàn.
Rimosse le disfatte

A destra, sempre più a destra. Silenzio sulla disfatta elettorale della Lega. Anche a Pontida nessuna analisi sui motivi per i quali il Carroccio perde da anni una valanga di consensi mentre Fratelli d’Italia di Meloni resta saldamente il primo partito italiano.

Disfatta elettorale della Lega, Geert Wilders, Matteo Salvini, Viktor Orban

Geert Wilders, Matteo Salvini, Viktor Orban

Anche a Pontida non c’è nessuna analisi sui perché la Lega è sprofondata al 9% dei voti nelle elezioni europee di giugno dalle stelle di oltre il 34% del 2019. Non solo è surclassata da Meloni con quasi il 29% ma anche da Tajani, segretario di Forza Italia orfana di Silvio Berlusconi, con 9,6%. È solo il terzo partito del governo di destra-centro. È uno sgretolamento continuo. Anche le elezioni regionali degli ultimi mesi confermano il trend fortemente negativo. Analisi e proposte di rilancio mancano ma fioccano gli slogan.

Nel raduno di Pontida domina il tema dei migranti. Emerge lo slogan di “Non è reato difendere i confini” legato ai guai giudiziari di Matteo Salvini: il 18 ottobre c’è l’udienza al tribunale di Palermo nel quale è accusato di sequestro di persona (i pubblici ministeri hanno chiesto 6 anni di carcere per il segretario della Lega per non aver fatto sbarcare nel 2019, quando era ministro dell’Interno, circa 150 migranti).

Antonio Tajani, Giorgia Meloni, Matteo Salvini

Salvini da Pontida rilancia le critiche ai pm di Palermo: «Processano una persona che ha fatto il suo dovere». Il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture mena fendenti sugli immigrati. Respinge la proposta di Tajani di ridurre i tempi per concedere la cittadinanza con il cosiddetto “Ius Italiae”: «La ricetta non è regalare cittadinanze…ma revocare cittadinanza a chi delinque» procedendo con i rimpatri.

Nel pratone di Pontida ci sono vasti vuoti di militanti. Manca Umberto Bossi anche quest’anno, ma ci sono i leader di quasi tutta l’estrema destra europea. Viktor Orbàn non lesina elogi, definisce il segretario della Lega «un eroe» e «un patriota europeo». Il primo ministro ungherese usa toni duri: «L’attacco a Salvini è una vergogna». Si scaglia contro l’immigrazione clandestina: se continuerà «noi da Budapest i migranti li porteremo a Bruxelles e li deporremo davanti agli uffici di Bruxelles».

A Pontida l’estrema destra europea si fa sentire, c’è l’internazionale sovranista. Nasce “la Santa alleanza dei popoli europei”, come la chiama Salvini, cioè i Patrioti, il terzo gruppo più forte dell’Europarlamento. Meloni è fuori, in competizione, fa parte dei Conservatori, il quarto gruppo, dialogante con i Popolari di Ursula von der Leyen, la presidente della commissione europea.

Matteo Salvini e Luca Zaia

Del congresso del Caroccio non si parla. Nessun accenno alla disfatta elettorale della Lega. Da tempo Bossi critica Salvini contestando la svolta nazionalista e sovranista del suo successore. Molti esponenti dell’era bossiana come Roberto Castelli hanno lasciato la Lega nazionale di Salvini e fondato gruppi alternativi o sono confluiti in Forza Italia. Altri sono rimasti ma reclamano il federalismo e la difesa degli interessi dei ceti produttivi del nord Italia. Gli imprenditori del Nord, in particolare, chiedono corsi di formazione e una regolazione dell’immigrazione per arginare la crisi demografica italiana. Da Zaia, Fedriga, Fontana, presidenti leghisti del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e della Lombardia, in passato sono emersi accenti critici verso Salvini. In particolare la richiesta è di affrontare i problemi con proposte riformiste senza impostazioni populiste. Il governatore del Veneto vuole una Lega centrista non di destra, antifascista, antirazzista, inclusiva. Qualcuno ha indicato Zaia come possibile nuovo segretario del Carroccio. Ma poi il problema incandescente di come rispondere alle sconfitte elettorali è stato rimosso. Non si parla più né di congresso né di un possibile nuovo segretario. È calato uno strano silenzio. Ma probabilmente qualcosa ribolle nel corpo profondo del Carroccio stordito.