Passata l’estate, Roma sarà a un passo dal Giubileo. L’inizio ufficiale è fissato al 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro. Quindi, subito dopo Ferragosto, il Campidoglio dovrà far sapere a che punto sono realmente i lavori nei cantieri, quante e quali opere potranno essere realisticamente completate in tempo e quali no.
A partire dai primi di settembre il sindaco Pd e i vertici capitolini non potranno perciò continuare a mantenersi sul vago, con interviste rassicuranti come quella rilasciata il 23 luglio scorso a Sky TG24 proprio da Gualtieri. Che, tra l’altro, non dimentichiamolo, è anche Commissario straordinario del governo per il Giubileo. Ecco un piccolo campionario: «Siamo partiti tardi per colpa della crisi di governo e delle elezioni, ma stiamo recuperando…». «Il grosso delle opere sta andando avanti». «Tutte le opere stanno procedendo secondo la tabella di marcia…». Parole che è difficile prendere per oro colato, anche perché mancano i dati e – soprattutto – le date.
Comunque sia, per alcune opere è ormai evidente che non esiste più alcuna speranza di ultimare i lavori in tempo utile. Tra queste spicca la riqualificazione di piazza dei Cinquecento, l’area dove si affaccia la stazione di Roma Termini, da cui l’anno prossimo passeranno milioni di pellegrini.
A questo punto, messo di fronte ai ritardi accumulati dal cantiere e vista l’impossibilità di completare l’opera di “riqualificazione” della maggior porta d’accesso alla capitale in tempo per il Grande Evento, in Campidoglio hanno inventato il “cantiere interruptus”. Una toppa che forse è peggio del buco, comunque un modo per mascherare i lavori attualmente in corso che verranno fermati a gennaio 2025, quando il cantiere verrà sospeso per riaprire solo dopo la fine dell’Anno Santo. La tragicomica vicenda della “riqualificazione” a singhiozzo e fuori tempo massimo di piazza dei Cinquecento è anche una foto impietosa dell’efficienza della macchina capitolina.
Considerando poi l’impatto mediatico planetario di un Evento del genere c’è da temere seriamente per la già traballante reputazione internazionale della Città Eterna. E quindi c’è da aspettarsi un coro di critiche peggiori di quelle che adesso stanno investendo le Olimpiadi di Parigi sommerse dalle proteste per i soldi “buttati” nelle opere per i Giochi.
A cominciare dai milioni finiti nella Senna che è un “cloaca” non balneabile come prima.
Ma torniamo a Roma e al Giubileo. Dalle poche notizie disponibili sembra che per una ventina di interventi, “molto indietro” con i tempi previsti, non ci sia più nulla da fare. Alla fine dovrebbero essere accantonati. Per 98 interventi su 231, invece, le notizie ufficiali parlano di un “ritardo contenuto” che non viene quantificato ma sarebbe recuperabile. Sta di fatto che attualmente delle opere per l’Anno Santo finanziate con il PNRR risulta “cantierizzato” appena il 9 per cento.
Un dato assolutamente inconcepibile, considerata la disponibilità dei fondi europei. Si tratta quindi di un gigantesco flop che contribuisce a spiegare il crollo di popolarità del numero uno del Campidoglio. Secondo i sondaggi, l’attuale sindaco di Roma avrebbe perso oltre il 15 per cento degli elettori. Discesa confermata anche dall’ultima classifica sul gradimento dei sindaci dei capoluoghi italiani appena pubblicata dal Sole 24 Ore. Dove Gualtieri è finito in coda, perdendo 41 posizioni in soli due anni…