E adesso povero Pd…

parola pace, Enrico Letta

Enrico Letta

Ci risiamo! La sconfitta elettorale subita dal Pd, salvo alcune rarissime eccezioni, non sembra aver generato le riflessioni indispensabili. Continuano a rincorrersi nomi di possibili nuovi segretari, si dibatte di campo largo e campo chiuso.

Si discute di primarie, di volti più o meno nuovi, di donne del miracolo, di accoppiate improponibili, cambio di nome e maquillage, distruzione e ricostruzione… Intanto attorno al “caro estinto” si fanno sotto i cacciatori di spoglie, tutti pronti a reclamare qualche pezzo del “fu Pci, Pds, Ds, Pd” senza contare, le varie Margherite, Rifondazione Comunista, Pdci, etc…

In concreto, l’unica certezza è che si va verso un congresso, un’assise della quale devono ancora essere definiti i contorni, i partecipanti, i temi sul tappeto, ma forse è proprio meglio non definire nulla e lasciare che si affronti di tutto, si faccia un approfondito esame di coscienza e si mettano sul tappeto i nodi irrisolti e si scansino i macigni che il Pd si è costruito in questi anni sul suo percorso, impedendo di allargare la base degli elettori e lasciando scappare anche buona parte del cosiddetto “zoccolo duro”… La disfatta della Stalingrado d’Italia, Sesto San Giovanni, ne è l’esempio più eclatante.

Il matrimonio con la sinistra Dc, o meglio la sudditanza del vecchio Pci, è stata una scelta pagante? I segretari che si sono susseguiti, quasi tutti ex Dc, sono stati capaci di esaltare il meglio dei due partiti o, al contrario, hanno nascosto le parti migliori. E magari il vecchio Pci per adeguarsi e conquistare i salotti buoni si è dimenticato delle sue origini inebriato dal benessere fittizio dei divani in pelle, godendo di posizioni che pensava eterne. Insomma gli sposi rappresentavano già due tradizioni in disfacimento, con la sola vocazione della rielezione.

In questi mesi convulsi e drammatici segnati da una guerra (guarda caso) ancora nella già martoriata Europa, non si è quasi mai sentita pronunciare dagli ex Ds la parola “pace”, eppure era uno dei capisaldi della sinistra. In questi giorni la parola pace è stata pronunciata anche dal Presidente Mattarella, per non parlare dell’unico vero politico di questi anni, Papa Francesco, forse l’unico punto fermo dal quale ripartire. Perché per ripartire vanno consumate le suole delle scarpe, attraversare i quartieri. Occorre dialogare con la gente, capire le aspettative ed i problemi reali del vivere quotidiano, restituire autonomia al Paese a livello internazionale, affrontare i temi di un’Europa che non esiste.

Massimo Cacciari

Basta nomine europee inutili e finalizzate solo a dare una poltrona a qualche trombato, fatte salve alcune, poche eccezioni.

«Quali sono gli errori del Pd? Inutile anche fare l’elenco, è un partito che non è mai nato», è l’opinione di Massimo Cacciari. «Sembrava nella primissima fase che ci fosse, dopo -ha sostenuto il filosofo- si è totalmente smarrito e si è trasformato in un partito che ha come unica funzione ‘positiva’ di garantire nei momenti difficili a qualunque costo e prezzo un qualche governo. Ma nessuna idea strategica. Insomma si tratta di un partito che non è mai nato, che vive di rendita, è un partito conservatore»!