Attrazione fatale a destra

L’Italia vira a destra. Almeno così sembra. Il centro-destra va forte nei sondaggi elettorali per il voto del 25 settembre. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi più i centristi di Noi Moderati intercetterebbero oltre il 45% dei voti secondo le rilevazioni elettorali.

il centro-destra, Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Sfonda soprattutto Fratelli d’Italia: sarebbe il primo partito della coalizione con il 24% dei voti. Giorgia Meloni ha fatto il miracolo: Fratelli d’Italia nelle elezioni politiche del 2018 ottenne appena il 4% dei consensi. Stando all’opposizione per tutta la legislatura ha sottratto una valanga di consensi alla Lega di Salvini e al M5S di Grillo. Questi due partiti trionfarono come forze populiste, sovraniste e anti élite ma poi giunse il flop come partiti di governo, compresa la deludente prova nell’esecutivo guidato dal tecnico Draghi, il nemico giurato di un tempo.

Il centro-destra sta marciando bene nonostante le tante contraddizioni interne. Giorgia Meloni ha fatto una opposizione attenta. Ha combattuto contro le scelte anti Covid e anti crisi economica di Draghi, ma ha appoggiato il presidente del Consiglio nella politica atlantista e di sostegno all’Ucraina invasa dalla Russia. La presidente di Fratelli d’Italia ha combattuto le spinte anti occidentali presenti all’interno della destra italiana. Ha anche ribadito la condanna piena del fascismo, un tema delicato per un partito erede del Msi nato su posizioni neofasciste. La Meloni a chi, in Italia e all’estero, ha sollevato critiche e accuse ha ribadito la fedeltà alla democrazia: «La Destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche». Del resto Gianfranco Fini, fondando An al quale aderì anche la Meloni, fece da battistrada tagliando i ponti con la dittatura di Mussolini. Tuttavia, nonostante tutto, resta la Fiamma missina all’interno del simbolo di Fratelli d’Italia. Pesano anche le accuse di euroscetticismo. La Meloni ha chiesto di rinegoziare gli aiuti di Bruxelles all’Italia e ha delle strane consonanze con la destra illiberale europea.  L’accusa degli avversari è di voler disgregare la Ue.

il centro-destra, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Il voto di protesta ora sembra convergere sulla presidente di Fratelli d’Italia. Pone al centro della sua strategia la difesa dell’«interesse nazionale italiano». Ma lei è prudente. Rivendica l’incarico di presidente del Consiglio nel caso di vittoria nelle elezioni politiche, ma annuncia l’inserimento di vari ministri tecnici di stile draghiano per assicurare credibilità all’eventuale esecutivo di centro-destra.

Chi sta pedalando in salita è Salvini. Il segretario del Carroccio aveva conquistato ben il 34% dei voti nelle elezioni europee del 2019 mentre oggi i sondaggi gli danno attorno al 13%. Il populismo della Lega nazionale nella versione sovranista di Salvini ha fallito dopo i trionfi arrivati sull’onda degli attacchi agli sbarchi dei migranti. Il populismo della Lega Nord di Bossi fece sempre una brutta fine: affondò tra le prime scelte secessioniste-indipendentiste e quelle finali federaliste, con la richiesta di trasferire una parte dei ministeri nell’Italia settentrionale.

Silvio Berlusconi

Anche il populismo di Berlusconi, di marca aziendalista, ha fatto una brutta fine. Il presidente di Forza Italia è riuscito per la prima volta nella storia repubblicana a unificare il centro-destra e a portarlo per più volte al governo (la Meloni fu una sua ministra). Ma il “nuovo miracolo italiano” non è arrivato. Le tante promesse mirabolanti dell’ex presidente del Consiglio come il taglio delle troppe tasse non si sono viste. Così adesso la nuova promessa dell’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro per tutti, fatta in questa campagna elettorale, non sta avendo il successo sperato.

Nonostante tutto c’è un’attrazione fatale degli elettori (o tra i pochi che vanno a votare) verso il centro-destra, anche perché gli avversari pagano il prezzo di grandi errori. Il centro-sinistra guidato dal democratico Letta, sempre secondo i sondaggi, stenterebbe a raggiungere il 30% dei voti. I cinquestelle di Conte veleggerebbero attorno all11%. Il terzo polo di Calenda-Renzi con fatica  acciufferebbe il 5%.