Il ritorno di Tony Blair

Un nuovo partito di centro in Inghilterra, sul modello di quello francese di Macron. A pensarci è Tony Blair, l’ex premier laburista fuori gioco da 15 anni, cioè dal lontano 2007, quando fu costretto a dimettersi dai suoi incarichi politici, compresa la guida del partito con cui aveva vinto tre elezioni di seguito.

Blair, Tony Blair

Tony Blair

Inventore del new labour, la famosa “Terza via”, che alla fine degli anni Novanta aveva affascinato tanti leader della cosiddetta sinistra riformista, Blair adesso ha deciso di uscire dall’oblio. L’appuntamento è per il prossimo 30 giugno, quando sarà il protagonista di una conferenza dedicata alla “Difesa e promozione di politiche e idee centriste per l’Inghilterra”. Intitolata “Il futuro del Regno Unito”, la conferenza vede tra gli organizzatori il “Tony Blair Institute for Global Change”, la sua fondazione.  

L’evento nasce dalla promessa di presentare «una strategia per il futuro dell’Inghilterra», cosa che Blair ritiene assolutamente “necessaria”, dopo il dibattito «tribale sull’uscita del Paese dall’Unione Europea» e vista l’assenza di un sostegno intellettuale per le idee di centro. L’obiettivo è quello di «far tornare competitiva l’economia inglese, attrarre talenti e fare dell’indipendenza dall’UE una piattaforma di crescita collettiva». Ma per far questo – aggiunge l’ex premier – servono «un piano politico dettagliato e un’analisi strategica che non ci sono. A causa del “deficit intellettuale” che da molto tempo ha colpito sia la destra del Labour che la sinistra tory» schiacciate da anni di populismo.

Blair, Emmanuel Macron

Emmanuel Macron

Sembra la piattaforma di un nuovo partito. Ma al momento al Tony Blair Institute preferiscono parlare di un “movimento” per esercitare “pressione” sui partiti esistenti. L’ipotesi quindi è che Blair e i suoi alleati centristi stiano scendendo in pista con l’obiettivo di mantenersi politicamente attivi in vista delle elezioni del 2024.

Due anni sembrano tanti. Ma probabilmente servono anche per superare la grande impopolarità che da anni circonda Tony Blair. E non solo per le consulenze con cui si è arricchito da quando ha lasciato la politica. Perché nella sinistra laburista, l’accusano d’aver messo in atto una sistematica riduzione delle tutele di cui godeva la classe lavoratrice prima della sua ascesa al governo. E molti inglesi ancora non gli perdonano d’aver trascinato il Paese nella guerra del Golfo contro Saddam Hussein. Infine pesa il fallimento politico della cosiddetta “Terza Via” che alla fine degli anni Novanta fu esportata in mezza Europa, ma che invece di portare all’allargamento a destra si è conclusa ovunque con la perdita di molti voti a sinistra.