A Claudia Conte
il premio Curcio:
lotta tra bene e male

claudia conte, Claudia Conte

Claudia Conte

Claudia Conte, scrittrice e conduttrice, ha ricevuto il premio Curcio per le Attività Creative. La premiazione si è svolta presso il Museo delle Civiltà dell’Eur a Roma.

Che significato assume per lei il riconoscimento?

Stiamo parlando di un evento alla sua 16esima edizione e teso a valorizzare i talenti. Non è un caso che tra i premiati ci siano il giornalista Alessandro Cecchi Paone, l’onorevole Souad Sbai e il criminologo Fabio Iadeluca. Sono, quindi, molto contenta e grata per aver collaborato con una casa editrice che valorizza davvero i giovani. Nel mio caso è stato valorizzato il mio primo volume: Il vino e le rose. Il libro, pubblicato cinque anni fa, parla dell’eterna sfida tra il bene e il male che da sempre condiziona e determina la vita dell’uomo attraverso la storia di tre donne.

Quali sono le motivazioni per cui la giuria ha inteso premiarla?

L’impegno nel sociale. Già dal mio primo volume, che era una sorta di esperimento, essendo un saggio-romanzo, probabilmente sono venute fuori delle idee nuove e diverse. Ritengo sia stato premiato il coraggio di portarle avanti, il tutto ovviamente contornato da tanta passione ed entusiasmo. Sono una persona che crede molto in ciò che porta avanti. Un esempio sono le battaglie con la mia associazione per l’empowerment femminile e per i giovani. Siamo in una società ancora troppo maschilista e gerontocratica.

claudia conte, La sala della premiazione

La sala della premiazione

Perché ha questa idea della società attuale?

Il cambiamento è in atto. Per fortuna ci sono degli incentivi. Questo, però, non significa che si è arrivati a destinazione. Sono in aumento le donne ai vertici delle aziende, delle istituzioni, ma esistono tante realtà dove ancora si preferiscono troppo gli uomini. Stesso discorso vale per le nuove generazioni. Non sono tra coloro che dicono che i giovani devono rottamare chi ha più esperienza, ma almeno dovrebbero affiancarli. Questo può portare benefici in tanti settori. Basti pensare al campo della sostenibilità.

Quanto è importante parlare oggi di sostenibilità?

Fondamentale. Attraverso la mia società, promuovo gli obiettivi dell’agenda 2030 tramite la cultura e l’arte. L’Italia, visto il suo patrimonio inestimabile, ha bisogno di una classe dirigente e di manager in grado di vedere questo settore non più come una spesa, ma come un asset. Solo così si crea lavoro e occupazione. Il nostro paese, ragionando in tal senso, può vivere di bellezza.

Bastano i fondi del Pnrr per raggiungere l’obiettivo?

Sono una grande occasione, probabilmente irripetibile. Dobbiamo sfruttarli al massimo, valorizzando il Mezzogiorno. Serve uno sforzo ancora maggiore. Non devono esserci più risorse inutilizzate, così come è indispensabile agire con una logica più inclusiva verso giovani e donne. Sono le parti della società che hanno bisogno di più opportunità.

Carmela Pace

Cosa ha in programma la sua azienda?

L’ 8 giugno sarò impegnata al Teatro Centrale di Roma per Unicef, dove sotto la supervisione della presidentessa Carmela Pace, del nuovo direttore generale Paolo Rozera, del portavoce Andrea Iacomini si svolgerà un importante evento sociale. Allo spettacolo destinato alle piccole vittime della guerra in Ucraina, parteciperanno artisti del calibro di Michele Zarrillo, Leo Gassman, Max Giusti, Annalisa Minetti, nonché tantissimi attori tra cui Marco Bocci e Laura Chiatti. Tramite la cultura, una campagna di fundraising, facciamo del sociale, del bene, aiutando quei bambini, che hanno lasciato il loro paese e oggi sono in Italia.