Pasolini, la verità perduta…

Avrebbe compiuto 100 anni il 5 marzo, ma la vita di Pier Paolo Pasolini non è certamente classificabile in uno schema preciso, Pasolini è stato tutto ed il contrario di tutto. Quella coerenza che per molti rappresenta un valore irrinunciabile, nella vita di Pier Paolo sarebbe stata una costrizione inaccettabile.

Pasolini, Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

Pasolini non si è mai fatto ingabbiare negli schemi del suo tempo, non ha esitato, lui di sinistra, a criticare il movimento studentesco un’organizzazione troppo borghese per poter raggiungere un qualsivoglia risultato. In parte cattolico, o forse solo credente, vicino alla sinistra, legatissimo alla madre Susanna e alla sua terra friulana (diverse sue poesie sono in dialetto friulano), tanto che dalle cronache della notte in cui fu brutalmente assassinato alcuni testimoni avrebbero dichiarato di averlo sentito più volte gridare “mamma, mamma!”.

Innamorato di New York avrebbe rimpianto di non esserci stato prima perché probabilmente avrebbe scelto di viverci, e sicuramente quella Grande Mela che lo aveva stregato negli anni Settanta era una New York completamente diversa da quella odierna. Una metropoli in cui era ancora fortissima l’appartenenza d’origine, un luogo dove tutto appariva possibile e dove la cultura permeava l’intera città che viveva 24 ore su 24….

Arruolato nel 1943, nel settembre dello stesso anno si rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi e fuggì. La morte del fratello Guido nel 1945 ucciso per le divisioni interne all’organizzazione partigiana, lo legò ancora di più alla mamma distrutta dal dolore.

Pasolini, Pier Paolo Pasolini al lavoro

Pier Paolo Pasolini al lavoro

Già nel 1949 iniziano le sue vicissitudini giudiziarie (alla fine della sua vita se ne conteranno ben 33 di cui alcune assolutamente assurde) per corruzione di minorenne, quindi la perdita del lavoro di insegnante, l’espulsione dal Pci, partito che per anni lo denigrò brutalmente, il trasferimento a Roma con mamma Susanna.

Sono gli anni Cinquanta e Pier Paolo non se la passa troppo bene, ma sono gli anni in cui inizia a conoscere e frequentare quelle borgate romane che divennero la scenografia essenziale delle sue prime opere cinematografiche. Ed è in questi anni che inizia a mettere nero si bianco la sua prima opera Ragazzi di Vita. Il volume venne pubblicato da Garzanti nel 1955 ed ebbe un vasto successo, ma il giudizio del Pci fu incredibile e il libro venne così definito: di «gusto morboso, dello sporco, dell’abietto, dello scomposto, del torbido». La presidenza del Consiglio, tramite il ministro degli Interni Tambroni, promosse un’azione giudiziaria contro Pasolini e Livio Garzanti. Il processo li vide assolti in quanto «il fatto non costituisce reato».

Pasolini, Pier Paolo Pasolini alla machina da presa

Pier Paolo Pasolini alla machina da presa

Il periodo più difficile da un punto di vista economico iniziava ad abbandonarlo e inizia la sua carriera cinematografica, senza però mai abbandonare la scrittura e la poesia. Arrivano i film di successo, quasi sempre controversi e quasi sempre sotto la lente della censura e della magistratura per vilipendio. Accattone, Mamma Roma, La ricotta, Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e Uccellini, Edipo re, Teorema, Porcile, Medea, quindi la trilogia della vita: Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte fino all’ultima opera Salò o le 120 giornate di Sodoma, che per alcuni studiosi era solo il primo di una nuova trilogia.

E arriviamo così a quel tragico 2 novembre del 1975 quando sul litorale romano di Ostia, in un campo incolto in via dell’idroscalo, una donna, Maria Teresa Lollobrigida, scopre il cadavere di un uomo. A riconoscere il corpo di Pier Paolo Pasolini c’è Ninetto Davoli.

Pier Paolo Pasolini a colloquio per una intervista

Ancora oggi non ci sono certezze sugli avvenimenti di quella notte, c’era veramente solo il Giuseppe Pelosi, detto “Pino la rana” o come sembrano aver accertato le inchieste di Oriana Fallaci e Mauro Volterra ad uccidere Pasolini furono molti di più. È difficile assimilare al genere umano quello che venne fatto subire a Pier Paolo Pasolini e per non dimenticare, anche se crudo e difficile da credere voglio ricordare la descrizione della perizia eseguita sul corpo di Pasolini e pubblicata su Il Corriere della Sera del 2 novembre 1977: «Quando il suo corpo venne ritrovato, Pasolini giaceva disteso bocconi, un braccio sanguinante scostato e l’altro nascosto dal corpo… I capelli impastati di sangue gli ricadevano sulla fronte, escoriata e lacerata. La faccia deformata dal gonfiore era nera di lividi, di ferite. Nere livide e rosse di sangue anche le braccia, le mani. Le dita della mano sinistra fratturate e tagliate. La mascella sinistra fratturata. Il naso appiattito deviato verso destra. Le orecchie tagliate a metà, e quella sinistra divelta, strappata via. Ferite sulle spalle, sul torace, sui lombi, con i segni degli pneumatici della sua macchina sotto cui era stato schiacciato. Un’orribile lacerazione tra il collo e la nuca. Dieci costole fratturate, fratturato lo sterno. Il fegato lacerato in due punti. Il cuore scoppiato». Quando l’uomo sconfina nella bestia!