Sovranismo, finita
l’immunità portoghese

Il sovranismo europeo ha una nuova stella. È il portoghese André Ventura, protagonista dell’exploit elettorale che in soli tre anni gli ha permesso di trasformare Chega, nato come partitino di estrema destra, nella terza forza politica del Paese. Con il 7,2 per cento e i 12 deputati eletti alle politiche di fine gennaio, Chega (vuol dire “Basta”) ha pure maturato il diritto a incassare dallo Stato 5 milioni di finanziamento pubblico.

Ventura, Deputati portoghesi

Deputati portoghesi

Il balzo record (450 per cento) della formazione di André Ventura ha segnato la fine dell’immunità portoghese al sovranismo, la rottura del tabù politico che fino ad ora – caso unico in un paese UE – aveva tenuto la destra sovranista lontano da Lisbona. Questo, grazie al ricordo, ancora vivo, della più lunga dittatura europea del secolo scorso: il regime fascista dello Estado Novo, finito solo nel 1974 con la Rivoluzione del 25 Aprile.

André Ventura, 39 anni, ex professore di giurisprudenza, ma anche ex commentatore televisivo di calcio, nasce politicamente 5 anni fa con la destra socialdemocratica di cui diventa consigliere comunale a Loures, città di 200 mila abitanti che fa parte dell’area metropolitana di Lisbona.

Ma il PSD, partito che ha governato per anni il Portogallo, frena il suo populismo e così lui nel 2019 decide di mettersi in proprio. Fonda Chega, sovranista, xenofobo e antisistema e cinque mesi dopo si presenta alle elezioni politiche. Prende poco più dell’uno per cento, ma gli basta per sbarcare in Parlamento, diventando il primo (e allora unico) deputato sovranista dell’Assemblea Legislativa.

Ventura, Manifesto elettorale di Andrè Ventura

Manifesto elettorale di André Ventura

A partire da quel momento, la popolarità di Ventura cresce velocemente grazie alle campagne contro la mala gestione del denaro pubblico e alle continue polemiche scatenate attraverso i social e poi anche in televisione e sui giornali. L’uomo ha una vera idiosincrasia per i rom, il che lo porta più volte in tribunale, ma lui rifiuta le accuse di xenofobia e cerca di non farsi etichettare.

Cattolicissimo come Salazar, il fondatore di Chega evita prudentemente anche qualsiasi confronto con il dittatore. Ma poi nel 2020 arriva a scrivere: «Dio mi ha assegnato la missione di trasformare il Paese». Adesso resta da vedere se i 12 apostoli che Chega ha portato in Parlamento riusciranno ad avvicinare all’Ungheria di Orban il mite Portogallo, che ha appena dato la maggioranza assoluta al socialista riformista Antonio Costa