Fiala a sorpresa
dell’infermiera tedesca

Brutte sorprese anche da un’infermiera tedesca. Sciatterie, piccole furbizie, inefficienze della sanità, di un medico, di un infermiere. Di solito si pensa all’Italia, al Mezzogiorno, a Napoli. Invece anche l’efficientissima Germania non è immune.Infermiera tedesca, corsivo

Nella Repubblica federale tedesca 8.557 persone sono state richiamate per rifare, anzi, per fare il vaccino anti Covid-19. L’allarme è scattato quando una infermiera tedesca avrebbe confidato a una collega di aver iniettato una banale soluzione salina a sei pazienti perché le sarebbe caduta una fiala Pfizer. Il fatto sarebbe accaduto tra marzo ed aprile nel centro vaccinale di Rolfhausen, nel nord ovest del paese.

Da qui sarebbero scattate le indagini e la decisione di richiamare 8.557 pazienti anche se l’infermiera avrebbe parlato solo di 6 iniezioni effettuate con una soluzione fisiologica. Forse le autorità sanitarie hanno temuto che il “buco” della vaccinazione anti Coronavirus fosse stato molto più ampio di quanto dichiarato, di qui la decisione di allargare molto, per prudenza, le persone richiamate per l’immunizzazione. La paura è forte: forse le false vaccinazioni sarebbero state 9.673 e avrebbero coinvolto anziani di oltre 70 anni. Forse ha pesato il dubbio che l’infermiera faccia parte della folta schiera “no vax” e negazionista del Covid. La pandemia non è uno scherzo. La pericolosa variante Delta del Coronavirus sta colpendo la Repubblica federale, l’Italia e tutta l’Europa. Il green pass deciso dal governo Draghi ha innescato forti contrasti.

Un “incidente” può capitare a tutti. Il fatto stupefacente è un altro: la decisione di richiamare quasi 10.000 persone è giunta con un ritardo di 4-5 mesi. È una brutta caduta per il mito del rigore e dell’efficienza della Germania e, in particolare, del suo apparato pubblico. Questa notizia suscita due considerazioni in noi uomini latini e mediterranei: la perfezione non esiste, non siamo del tutto anomali. Anche se, dovendo essere curati, è meglio scegliere l’ospedale con sulle spalle meno “incidenti”.