Il Gianfornaio sfida
il Covid e sbarca a Spagna

Qualità, velocità, cortesia. “Il Gianfornaio” ha scommesso e scommette su un tridente di successo. Dal 2000 ha confezionato un album di successi. È diventato un marchio di ristorazione celebre. Ha fatto boom a Roma rifocillando migliaia di persone.

Il Gianfornaio, Massimo Troni

Massimo Troni

«Cosa preferisce…? Certo non si trova solo il pane…!». Massimo Troni è uno strano vulcano dall’aspetto calmo, compassato. Pensa sempre a nuove iniziative e lavora dove serve non badando ai ruoli. Quando serve, come in questo caso, riempie anche i piatti al banco del self-service insieme ai camerieri. I locali sono disseminati nei quartieri di mezza Roma: Testaccio, Prati, Parioli, Eur, Ponte Milvio, Libia. Lui di solito è nel locale di via dei Gracchi, a Prati, vicino alla casa del vostro cronista.

È il proprietario de “Il Gianfornaio”. Dice: «L’attività di ristorazione è una grande passione, mia e della mia famiglia! L’impegno è tanto. Occorre creatività!». Perché questo nome? «Prima del 2000 Gianfranco Anelli, cugino di mia moglie, aveva una piccola attività. La nostra famiglia è subentrata. Di qui “Il Gianfornaio”, un nome estremamente accattivante».

Già, non si trova solo dell’ottimo pane. Le “linee di produzione” sono quattro: un ristorante self-service con grande varietà di piatti, una pizzeria fornitissima sempre self-service, una pasticceria prelibata, un bar fornito.

Il Gianfornaio, L'ingresso del locale Il Gianfornaio a Prati

L’ingresso del locale Il Gianfornaio a Prati

La sfida di inventare un McDonald’s modello Italia ha funzionato. “Il Gianfornaio” ha puntato su pasti veloci, a prezzi contenuti, con un’alta qualità legata alle ricette vecchie e nuove della cucina italiana. La scommessa ha sbancato. Prima dell’arrivo del Covid-19 le file erano enormi davanti e dentro il locale di Prati, in via dei Gracchi. Nei tavoli del salone al piano terra e in quello del seminterrato si sentivano parlare i dialetti di tutte le regioni italiane e le lingue di tutto il mondo.

Con il disastro della pandemia è cambiato tutto.  Tutto il settore turistico è stato devastato. “Il Gianfornaio” è rimasto semiparalizzato ma ha resistito: sono spariti i tantissimi turisti stranieri, sono scomparsi quasi del tutto i clienti delle altre città italiane ma è rimasto lo “zoccolo duro” dei romani. Nei periodi della “zona arancione” l’attività si è salvata con i pasti consumati mediante l’asporto. La crisi è ancora dura, ma la parte più brutta sembra superata. Con il ritorno di Roma in “zona gialla” l’attività è tornata intensa, anche se è ben lontana dai livelli del periodo d’oro.

I clienti sono di tutti i tipi: ragazzi, persone mature, anziani; impiegati degli uffici, dei negozi e dei centri commerciali; romani assetati di libertà di movimento. Affollano e, addirittura, si disputano i tavoli disponibili, per ora ancora tutti e solo all’esterno (sul marciapiede e sulle piattaforme) secondo le disposizioni anti Coronavirus.

Nuova piattaforma con tavolini del Gianfornaio

La crisi è pesantissima a Roma, molti ristoranti hanno chiuso. Anche “Il Gianfornaio” ha il problema di far quadrare i conti, tuttavia c’è una volontà di ripresa. E c’è una notizia clamorosa, mentre molti battono in ritirata qui c’è una nuova sfida al Covid. Emerge un ardito investimento, un locale addirittura a piazza di Spagna. Massimo Troni conferma: «Sì, vogliamo aprire un locale a piazza di Spagna. Crediamo nel futuro. I lavori sono praticamente ultimati…». Ma come arrivarci? Il centro storico è a traffico limitato! «Scommettiamo sull’elettrificazione. Così si può andare al centro e non si inquina. Non si paga nemmeno il parcheggio. Ora le auto elettriche si possono avere a prezzi convenienti con contratti di noleggio a lungo termine. Stiamo discutendo con Banca Intesa e Arval degli sconti, delle condizioni di favore per i nostri dipendenti…».

Ripete di credere nel futuro. Alle dipendenti per il periodo della maternità paga uno stipendio più alto…Osserva: «È un aiuto,  viviamo momenti difficili. La società è sempre più complicata, ci sono sempre meno figli. L’Italia rischia di spopolarsi…».

Il Gianfornaio, Clienti mangiano all'esterno del locale in Prati

Clienti mangiano all’esterno del locale in Prati

Un giovane cameriere sorride contento. Ha alternato periodi di lavoro e di cassa integrazione. Egli come tutti gli altri addetti, quasi tutti ragazzi giovani, non hanno perso il lavoro. Ora sprizza di gioia: sta per andare a lavorare nel ristorante di piazza di Spagna, uno dei “salotti” di Roma, uno dei “gioielli” urbanistici più belli del mondo. Precisa: «È quasi tutto pronto, il locale è bellissimo. Avremo anche una piattaforma per pranzare all’esterno. E poi…». E poi cosa? «Mi fido del signor Massimo, ha una grandissima esperienza alle spalle, è pieno di idee. È una bravissima persona e un grande imprenditore. Siamo 130-140 dipendenti tutti in regola. È molto attento alla qualità e all’ambiente». In che senso? Indica un bocchettone all’interno del ristorante: «Tra poco da noi spariranno le bottigliette di plastica. Chi vorrà riempirà una sua bottiglia o borraccia d’acqua. È un modo per ridurre l’inquinamento».

Nell’aria c’era anche il progetto di una espansione all’estero. “Il Gianfornaio” avrebbe dovuto aprire i battenti anche in America, a Boston e a San Francisco. Massimo Troni aveva anche effettuato dei sopralluoghi. Chissà!