C’è l’incarico esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. L’intento è di rinsaldare ed estendere la maggioranza di governo. Nell’opinione pubblica affiora una domanda non banale: maggioranza con Renzi o senza Renzi? Perché, ovviamente, il risultato non sarà lo stesso.

Roberto Fico
L’azione di Renzi mirava/mira alla crisi politica permanente per rovesciare la funzione di governo pubblico di programmazione sanitaria, economica e sociale avviata dal governo Conte che, pur tra mille difficoltà, sta salvando il popolo italiano dalla pandemia e dallo spettro della povertà. La giustezza della politica del governo Conte si può misurare sia per la nuova fiducia verso gli italiani data dall’Europa che ha stanziato ingenti risorse finanziarie destinate all’Italia, sia per il fatto che tutte le forze politiche, Renzi e le destre, voteranno i ristori del governo Conte.
Renzi è stato il guastatore necessario per tentare di subordinare le scelte del governo italiano al potere dei grandi gruppi economici e finanziari, i quali considerano la presenza attiva e autonoma dello Stato una iattura. Anche perché sono stati abituati ad avere gran parte dei politici al loro soldo e servizio.
Il cuore della crisi scatenata da Renzi è la gestione degli oltre 200 miliardi di euro che arriveranno dall’Europa. Eppure, questo dato non è adeguatamente evidenziato, nonostante sia il motivo di fondo del furibondo scontro in atto. Gli organi d’informazione parlano d’altro e viene così offuscato. Troppo spesso, ma con eccezioni, le notizie trasmettono proposte e valutazioni propagandistiche secondo le ipotesi politiche sostenute dalla propria catena editoriale. Neppure il PD e i 5stelle danno alla questione la dovuta rilevanza pubblica.

Matteo Renzi
Pertanto, non emerge affatto il conflitto che è in atto tra le forze riformatrici e quelle moderate e della conservazione. Non si ha modo di distinguere tra le forze che vogliono le riforme per garantire il lavoro, lo sviluppo sostenibile e del Mezzogiorno, che puntano alla riforma fiscale, all’innovazione e all’impresa responsabile, che puntano a garantire a tutti i giovani livelli elevati d’istruzione e a tutti i cittadini la sanità, l’assistenza e la previdenza sociale, che vogliono assicurare alle donne il lavoro, la dignità e la tutela contro la violenza e le discriminazioni sociali; non si ha modo di distinguere queste dalle forze della grande finanza e dei grandi gruppi monopolistici globalizzati (la drammatica vicenda dell’arroganza dei monopoli del vaccino deve fare da insegnamento) che viceversa vogliono conservare ed espandere con i soldi dell’Europa il proprio potere economico e politico sull’Italia.
Le ipotesi di governo che parlano di governi istituzionali, di unità nazionale, di governo dei migliori ecc. sono la versione odierna dei governi tecnici, in cui i tecnici sono solo il personale selezionato dal mondo della finanza e non sono eletti da nessuno. La proposta di governo della Bonino è assai rivelatrice.
Rimettere Renzi in una alleanza di governo significa spalancare la porta a quei poteri, forse guadagnare qualche mese di tregua per poi ricominciare il conflitto in condizioni assai peggiori di oggi.

Aula della Camera dei deputati
Sulla natura vera della crisi politica neppure il sindacato sembra pronunciare parole di chiarezza eppure se ci sarà un ritorno al passato saranno proprio i lavoratori e i ceti medi ad essere colpiti perché si rovescerebbe un indirizzo di solidarietà e di equità e saranno peggiorati i provvedimenti del governo Conte su cassa integrazione, ristori, licenziamenti, Mezzogiorno, imprese, occupazione, pensioni, assistenza, fisco ecc. Qualcuno tra loro si illude che anche con il prevalere delle forze centriste e conservatrici i soldi dell’Europa saranno utilizzati con criteri di equità e di giustizia sociale.
Vediamo cosa produrrà in queste ore il giro esplorativo del presidente Fico. C’è d’augurarsi che queste questioni di fondo vengano chiarite e risolte nel bene dell’interesse nazionale cioè popolare.
È certo che una nuova maggioranza con Italia Viva capitanata da Renzi non farà chiarezza ma seminerà altre bombe ad orologeria lungo la via dell’emergenza pandemica e delle riforme per il rinnovamento del paese.
Ma se non ci sarà chiarezza, allora, è responsabilità della politica in nome della democrazia, chiedere agli elettori italiani cosa ne pensano e in quale direzione preferiscono andare.