Governo alla portoghese

A vedere il nostro presidente del Consiglio sotto assedio e alle prese con le mille polemiche legate alle sue decisioni, viene da pensare con malcelata invidia ad altre realtà. A paesi dell’Ue come la Germania e il Portogallo, dove c’è un primo ministro forte e autorevole, legittimato da un voto vero e non solo dal consenso virtuale dei sondaggi, un politico che può permettersi di chiudere una polemica con una dichiarazione. Perfino quando l’oggetto della polemica nasconde una mancanza, un errore, una decisione poco trasparente del governo.

Primo ministro, Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

È esattamente quello che è accaduto la settimana scorsa in Portogallo con il “caso Guerra”. José Eduardo Guerra è l’alto magistrato indicato dal governo di Lisbona come rappresentante portoghese nella Procura europea, il tribunale dell’Ue che si occupa dei reati finanziari.

Questi i fatti: seguendo la procedura, il Consiglio superiore della magistratura portoghese ha selezionato una lista di candidati in cui Guerra figurava al primo posto. I candidati scelti si sono presentati in audizione in Parlamento e subito dopo davanti a un Comitato nominato dal Consiglio dell’Ue. Alla fine del percorso la nomina di Guerra è stata fatta.

Primo ministro, Deputati portoghesi

Deputati portoghesi

Ma la settimana scorsa, proprio in coincidenza con l’inizio della presidenza di turno dell’Ue, che per il semestre in corso spetta al Portogallo, è saltato fuori che il curriculum vitae di Guerra era stato abbellito. Nella carriera del magistrato era stato «erroneamente» indicato un incarico di Procuratore generale aggiunto e una partecipazione a un processo per frodi di fondi sociali europei a cui in realtà era stato coinvolto solo in parte.

L’opposizione ha gridato allo scandalo. Anche perché la ministra della Giustizia, che aveva dichiarato in un’intervista di non essere stata a conoscenza della cosa, viene smentita dal direttore generale del ministero. A questo punto, Costa costringe il dirigente alle dimissioni e convoca la ministra per confermarle la sua «piena fiducia».

Primo ministro, Antonio Costa

Antonio Costa

Poi in un comunicato del governo si precisa che i due «errori formali» del curriculum sono stati corretti e che comunque si trattava di due «lapsus» che non avrebbero influito sul processo di selezione di Guerra per l’incarico nella Procura dell’Ue. Quanto ai pareri tecnici espressi sulla base del curriculum “abbellito”, concludeva la nota, si tratta di valutazioni «non vincolanti» in una scelta che spetta al governo ed è politica. Punto.

Ma non è finita. Il 5 gennaio Costa ha inaugurato il suo semestre di presidenza insieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Durante la conferenza stampa di presentazione, un giornalista ha fatto una domanda sul caso Guerra. E Michel ha messo la parola fine alla vicenda, rispondendo che, durante il colloquio con Costa, dell’argomento non si era nemmeno parlato.