Magistrati corrotti,
chi risponde a Gratteri?

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri da anni è impegnato in una dura azione di contrasto contro una delle più feroci mafie esistenti, la calabrese ‘ndrangheta. Vittima di una quantità di minacce e intimidazioni, vive una vita impossibile: movimenti limitati, l’“onere” di una sorveglianza che lo rende forse perfino più carcerato dei delinquenti che assicura alla giustizia.

Gratteri, Nicola Gratteri

Nicola Gratteri

Spesso assume posizioni discutibili, ma questo è nell’ordine delle cose: ci mancherebbe che opinioni e comportamenti non possano essere passati al vaglio del confronto e della critica. Certi suoi atteggiamenti richiamano alla memoria il prefetto Cesare Mori, ma non per questo non si deve essere grati per quello che fa.

Non è su questo però che si vuole richiamare l’attenzione. Il 9 febbraio scorso il dottor Gratteri è ospite di In mezz’ora, la trasmissione curata e condotta da Lucia Annunziata. Dice cose di un certo peso, rilanciate dalle agenzie; tra l’altro: «In magistratura c’è un problema di corruzione… Possiamo parlare del 6-7 per cento, non di più… Grave, terribile, inimmaginabile, impensabile, anche perché guadagniamo bene. Io guadagno 7.200 euro al mese, si vive bene, quindi non c’è giustificazione, non è uno stato di necessità, non è il tizio che va a rubare al supermercato per fame. Si tratta di ingordigia…».

Gratteri, La sede del Consiglio superiore della magistratura

La sede del Consiglio superiore della magistratura

Ci si aspettava una reazione di qualche tipo, una sdegnata levata di scudi, oppure conferme o richieste di chiarimenti. Sono trascorsi tre mesi, un tempo sufficiente di attesa. Niente. Eppure come dice il dottor Gratteri, è cosa grave, terribile. Colpisce quel “non di più”. Al mare magnum di Internet abbiamo posto la seguente domanda: quanti sono i magistrati italiani? Varie fonti li quantificano tra i 7 e i 9mila. Si prenda la cifra più bassa. Il 6-7 per cento stimato dal dottor Gratteri corrisponde a circa 400-450 magistrati. Altro che “non di più”. È cifra enorme.

Il dottor Gratteri non parla di multe non pagate o “bagatelle” simili, su cui non si dovrebbe comunque passar sopra trattandosi di magistrati; parla di “corruzione”. Vale a dire: «Condotta di un soggetto che in cambio di denaro oppure di altre utilità e/o vantaggi agisce contro i propri doveri ed obblighi». Articolo 318 del Codice Penale: «Il Pubblico Ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da uno a sei anni».

A questo punto, inevitabili le domande. Il Consiglio Superiore della Magistratura si è attivato per sapere se quanto dichiarato dal dottor Gratteri corrisponde a verità, su quale studio, statistica o informazione, si basa una così grave denuncia? Se non si è attivato, perché? 

Gratteri, Alfonso Bonafede con Giuseppe Conte

Alfonso Bonafede con Giuseppe Conte

Analoga domanda al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Sì? No? In caso negativo, perché?

Ai parlamentari tutti, di maggioranza e di opposizione: nessuna “curiosità” da parte di nessuno? Anche una semplice interrogazione a risposta scritta. Oppure va bene così che il 6-7 per cento dei magistrati, “non di più”, sia corrotto?  

L’Associazione Nazionale dei Magistrati, infine. Risulta che circa il 90 per cento dei magistrati sia iscritto all’ANM. Dunque una buona fetta di quel 6-7 per cento. Anche a tutela di quella maggioranza che corrotta non è, niente da dire? 

O la denuncia del dottor Gratteri ha un suo fondamento, e allora non la si può lasciar cadere; oppure si ritiene che le sue siano affermazioni senza fondamento; in questo caso, in qualche modo, ne dovrebbe rispondere. O no?