Nuovo Piano Marshall
vera sfida politica
del Consiglio Ue

Ci risiamo. La presidente della Commissione europea è tornata a evocare il Piano Marshall. Questa volta, presentando le linee guida di Bruxelles per la cosiddetta Fase 2. «Per uscire dal Coronavirus, l’Europa ha bisogno di un Piano Marshall» ha ribadito la signora Ursula von der Leyen.

Piano Marshall, Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen

Ma si tratta di una tesi che accomuna, paradossalmente, la numero uno della Ue ai leader dei Paesi del Sud Europa che continuano a criticarla per il no agli Eurobond.  

E così, in attesa della decisione politica dei capi di Stato e di governo al Consiglio straordinario del prossimo 23 aprile, in Europa ci sono sempre più persone a chiedere un vero Piano Marshall. Recentemente lo hanno fatto il premier spagnolo Pedro Sànchez, il presidente della Repubblica portoghese Marcelo De Sousa e una dozzina di uomini politici, compresi alcuni rappresentanti dell’Eurogruppo. 

L’evocazione d’un Piano Marshall, dal nome del segretario di Stato Usa che lo realizzò tra il 1948 e il 1950, è diventata virale, da quando la Ue è stata chiamata ad affrontare il collasso economico provocato dal Coronavirus. E rinvia a un eccezionale piano di aiuti, come appunto quello organizzato 72 anni fa dagli Stati Uniti per aiutare l’Europa a risorgere dalle rovine della Seconda guerra mondiale.

Piano Marshell, George Marshall

George Marshall

Ma cos’è questo fantasmagorico progetto che torna 72 anni dopo con un valore simbolico-evocativo tanto forte? E perché viene presentato come modello di ciò che oggi l’Unione europea dovrebbe fare? Perché la natura del Piano Marshall va ben oltre gli aiuti in sé e per sé. La sua grande lezione è infatti tutta politica.

L’amministrazione Usa prelevò i 12 miliardi di dollari (dell’epoca) necessari dal bilancio dello Stato. E basta. Senza chiedere alcun rimborso e quindi senza pretendere gli interessi come fa adesso l’Ue con i suoi “prestiti”.

Naturalmente non fu un regalo. Preparato per più di un anno dai migliori cervelli di Harvard, la più prestigiosa università americana, quel progetto si sarebbe rivelato presto come la maggiore operazione politica degli Stati Uniti dopo la guerra. Infatti gettò le basi su cui nell’Europa Occidentale nacque un sistema politico-economico a guida americana.

Piano Marshall, Angela Merkel e Giuseppe Conte

Angela Merkel e Giuseppe Conte

Non a caso i suoi fautori, durante il dibattito parlamentare al Congresso, sostennero che corrispondeva «all’interesse nazionale» degli Stati Uniti. Il vero obiettivo era quello di fronteggiare la «minaccia comunista» dell’Europa dell’Est e creare un legame indissolubile con quella Occidentale. Con una strategia politica pensata e progettata in ogni dettaglio per avviare la costruzione di quell’ordine internazionale che è arrivato fino ad oggi.

La storia ha quindi dimostrato che il Piano Marshall fu il frutto di una grande visione politica. Esattamente quella che adesso manca alla Germania e ai vertici dell’Unione europea. Vedremo se al prossimo Consiglio straordinario, i capi di Stato e di governo dell’Ue riusciranno a fare tesoro di quella lezione.