La sindaca Raggi
tutta buche

Prima la Colombo, poi la Salaria, adesso l’Aurelia. Abbassare i limiti di velocità da 70-80 a 50-30 chilometri orari è l’ultima trovata della giunta Raggi. Invece di tappare le buche che, in assenza di manutenzione, stanno diventando crateri, il Campidoglio preferisce paralizzare gli automobilisti, costringendoli a procedere per chilometri e chilometri a passo d’uomo.

Virginia Raggi

Virginia Raggi

Chi deve percorrere in macchina via Cristoforo Colombo da Ostia a Roma o viceversa adesso è costretto a rispettare un limite di velocità di 50 chilometri orari. A via Salaria, tra l’uscita del Grande Raccordo Anulare e via dei Prati Fiscali, è vietato superare i 30.  Ma il record spetta di diritto a viale della Moschea, dove il limite è stato portato addirittura a 10 chilometri. Dal municipio di zona sono state inviate parecchie lettere alla Direzione Lavori Pubblici del Campidoglio senza mai ricevere una risposta.

I cittadini romani sono sul piede di guerra e stanno nascendo gruppi di protesta, come il “Comitato Sos traffico Colombo”.  Il rallentamento della velocità – sostengono – impedisce lo scorrimento delle macchine, crea ingorghi e aumenta a dismisura i tempi di percorrenza.

Ma rallentare la velocità delle macchine, invece di riparare le strade è come curare un cancro con l’aspirina. Non si risolve il problema. Anzi, lo si aggrava. Senza manutenzione, le buche sono destinate ad allargarsi, il manto stradale a deteriorarsi ulteriormente e la circolazione finisce per impazzire anche quando non dovrebbe.

La trovata dell’amministrazione capitolina si spiega nell’esplodere del numero degli incidenti causati dal dissesto stradale. Nei primi quattro mesi dell’anno hanno raggiunto quota 166. E ben 33 sono stati mortali. E così, per evitare di dover far fronte a risarcimenti milionari, la giunta Raggi ha abbattuto drasticamente i limiti di velocità.

Dal 6 aprile, il bando per la manutenzione delle strade romane è sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. E la sindaca non ha perduto l’occasione per vantarsi della “fine” dell’era degli appalti affidati senza gara. Ma stiamo parlando di lavori ordinari. La manutenzione straordinaria è ancora senza fondi. Manca perfino il “piano buche”. Esattamente come mancano il “piano rifiuti” e quello per il trasporto urbano.

A un anno di distanza dalla trionfale conquista del Campidoglio, la giunta grillina brilla (si fa per dire) per il suo immobilismo. Solo comunicazione. Parole in libertà. In genere si tratta di annunci e di propaganda per M5S, ma il 5 maggio la sindaca è andata oltre.  Subito dopo l’incendio della fabbrica di materie plastiche di Pomezia ha diramato una nota come responsabile della “città metropolitana” per invitare i cittadini di 21 comuni a sud della capitale a tapparsi in casa, nelle scuole e negli uffici con le finestre chiuse. Il tutto senza aver ancora ricevuto i risultati del monitoraggio effettuato dall’Agenzia per l’Ambiente.