Allarme topi e piccioni
Immigrati “adottati”
per pulire le vie

Piccioni

Piccioni

Seduta in un angolo della strada, appollaiata su una cassetta della frutta. Il volto già sfatto, non avrà più di quarant’anni. Nomade che non diresti: pelle chiara, biondi riccioli che sfuggono dal fazzoletto annodato intorno alla testa; i vestiti no, sono quelli che ti aspetti; e anche il tender la mano, biascicando qualcosa di incomprensibile, e davanti la solita scatola di scarpe con qualche spicciolo…

Oggi no. La scena è diversa. La donna non è seduta; è in piedi, in mano una scopa, spazza con cura il marciapiede, e con una paletta raccoglie foglie, carte, mozziconi di sigarette, e poi, con altrettanta cura la svuota nel vicino cassonetto. Un lungo tratto del marciapiede è pulito; osservo per qualche minuto. La donna pulisce con meticolosità. Anche gli spiccioli nella scatola sono di più, e senza che ci sia richiesta, molti passanti lasciano le monete avanzate dalla spesa…

Mi dicono che non è un episodio isolato; che sono molti a far la stessa cosa, in altri marciapiedi e quartieri: puliscono quelle strade che il Comune lascia abbandonate alle immondizie che senza ritegno lasciamo per strada.

Persone che chissà come sono arrivate in Italia, e cercano un qualche modo “pulito” per sbarcare il lunario, mettere insieme in qualche modo il pranzo con la cena. È possibile che si siano in qualche modo consorziati con negozianti e commercianti, e in cambio di qualcosa fanno loro quello che l’AMA non assicura: hanno “adottato” delle strade, e le puliscono.

E a proposito di pulizia e di decoro. Ha fatto grande scalpore la notizia che un bambino di tre anni è stato morso da un topo nel parco giochi di Villa Gordiani. Il fatto è stato denunciato dalla signora ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Al pronto soccorso pediatrico dell’Umberto I è stato curato per questa ferita infetta e pericolosa, una profilassi per evitare l’insorgere delle malattie che i topi trasmettono. Per fortuna aveva fatto già l’esavalente e quindi anche l’antitetanica». E ancora, rivolta alla signora sindaco Virginia Raggi: «Dopo un anno di governo non ci aspettiamo che il sindaco Raggi abbia già risolto i problemi cronici di bilancio o del traffico, ma che la città almeno sia pulita e il decoro urbano garantito». A parere di Lorenzin «si è aggravata l’emergenza igienico sanitaria che io stessa segnalai al prefetto Tronca due anni fa».

Impossibile dare torto a Lorenzin; sacrosanto preoccuparsi per l’episodio del topo di Villa Gordiani; per il caso in sé, per quello che significa. Un problema per Roma, e non solo. Non molto tempo fa, le agenzie di stampa hanno informato che «la peste, come quella che all’improvviso infettò Orano nel celebre libro di Albert Camus potrebbe colpire ora New York. E non sarebbe un romanzo. Un’epidemia, infatti, potrebbe scatenarsi dalle viscere della City, dove vive il popolo dei ratti. Lo hanno predetto due studi americani secondo cui i topi newyorkesi sono infestati da pulci che potrebbero essere portatori di peste bubbonica. Tracce di DNA del batterio della «morte nera» sarebbero state trovate tra i tunnel e gli snodi della metropolitana».

Preoccupazione condivisa anche in Regno Unito: «Per le dimensioni dei ratti che popolano le principali città. Sono stati catturati alcuni esemplari che misuravano anche 80 centimetri dalla testa alla coda. Da Liverpool a Birmingham e Londra le chiamate di emergenza per l’avvistamento di un ratto gigante sono salite del 15 per cento. I topi che preoccupano gli inglesi diventano giganti perché nutriti a colpi di ‘paninazzi’ e junk food».

 

TopoPare che i veleni in circolazione servano a poco: anni fa, in Australia quando gli abitanti delle zone colpite dalle inondazioni a Goodna, nel sud-ovest di Brisbane, rientrarono le trovarono occupate da topi sovradimensionati. Anche i residenti a Bellbowrie, Indooroopilly, Yeronga e Hendra riportarono casi simili. Si erano acquartierati nelle case perché il clima era diventato più fresco a causa delle inondazioni.

Senza troppi sforzi, i topi li possiamo incontrare, anche abbastanza sfacciati, mentre scorrazzano tra cumuli di immondizie lasciate a marcire. Sono certamente un problema.

Non sono il solo problema, i ratti e le pantegane. Curioso che nessuno mostri di preoccuparsi per i danni di un animale urbano molesto per eccellenza, veicolo di trasmissione di una quantità di malattie infettive: il piccione; che sporca, imbratta, rovina.

Il piccione è portatore di una sessantina di malattie, alcune delle quali mortali, contagiose per l’uomo e per gli animali domestici; e i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi. Per citare alcune tra le più comuni e pericolose: salmonellosi, criptococcosi, istoplasmosi, ornitosi, aspergillosi, candidosi, clamidosi, coccidiosi, encefalite, tubercolosi…

Gli agenti patogeni di queste malattie si trovano negli escrementi dei piccioni. Non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi.

Associata alle colonie di volatili, c’è sempre la presenza dei loro ectoparassiti, in particolare pulci, cimici, zecche (zecca molle del piccione – argas reflexus -) ed acari, che spesso causano forti infestazioni all’interno di edifici ove sono posti i nidi, soprattutto all’interno dei sottotetti. Solai lordati dai loro escrementi, guano e carcasse contaminano pericolosamente l’ambiente.
Questa è una fonte di seri problemi igienico-sanitari, essendo questi insetti a loro volta vettori di gravi malattie infettive ed anche potenziali parassiti dell’uomo.

A parte gli scriteriati imbecilli che ai piccioni danno da mangiare, cosa si fa, e si vuole fare, contro questa vera e propria piaga?

Nel frattempo, do volentieri il mio piccolo obolo alla nomade che mi tiene pulita la strada in sostituzione del servizio AMA che pure pago profumatamente.