“La carta d’identità
elettronica si spacca
A Londra ti bloccano”

«Cos’è?». Piero, viaggiatore navigato con alle spalle 45 anni di aeroporti di tutto il mondo, risponde esterrefatto alla domanda: «È la mia carta d’identità, me l’ha data il comune di Roma! È valida per l’espatrio…». Al controllo passaporti di Londra e di Stoccolma si ripete quasi la stessa scena. Un sorriso ironico dei poliziotti e degli addetti agli scali aerei della metropoli inglese e di quella svedese. Commentano: «Non sappiamo cosa sia!? Non la conosciamo!?». Ulteriore spiegazione di Piero: «È la carta d’identità elettronica che mi ha rilasciato il comune di Roma! È quella europea…».

Anagrafe di Roma

Anagrafe di Roma

La girano e rigirano tra le mani per cinque lunghissimi minuti, segue una risata poco piacevole e alla fine c’è il disco verde: «Passi pure!».  Piero si pente di aver definito, forse incautamente, come “elettronica” ed “europea” il documento. Ha rischiato di perdere l’aereo per Roma e sarebbe stata una cosa assai poco piacevole. Comunque ce l’ha fatta.

La carta d’identità elettronica (in sigla Cie) del Campidoglio, quella nuova, moderna, formato carta di credito, è un nuovo tormento per molti romani. Dalla fine dello scorso anno è rilasciata dai comuni, compreso Roma, e dal ministero dell’Interno. È, però, un mondo sconosciuto agli altri paesi europei. A pensare che costa consistenti denari ai contribuenti e una dannata fatica burocratica ai cittadini: nonostante la prenotazione online dell’appuntamento per il rilascio, alle volte servono 20-30 giorni prima di poter andare nel proprio municipio, portare le fotografie e quindi ottenere la consegna.

Però usciti vivi dal caos degli uffici di un municipio romano, è una soddisfazione mettere nel portafoglio la nuova carta d’identità comoda, di ridotte dimensioni, indistruttibile! Almeno era questa la convinzione. Invece la gioia, in tanti casi, dura poco. La fattura lascia a desiderare. Il documento si deteriora facilmente. Arriva una bruttissima sorpresa: dopo pochi mesi, alle volte, si apre in due! Anche questo inconveniente è capitato a Piero: «Quella di carta si stracciava, questa si spacca!». E la stessa disavventura è capitata anche a tantissimi cittadini romani. Si staccano le due facciate di plastica! E si ricomincia tutto da capo con il calvario burocratico. Richiesta d’appuntamento tramite prenotazione online, tempi biblici d’attesa, caos al municipio, foto, pagamento delle tasse comunali per il rilascio del documento (poco più di 20 euro).

I guai non finiscono mai per i romani. Fino all’anno scorso le carte d’identità erano solo di carta, a parte quelle digitali rilasciate, su base sperimentale, dall’ex IX municipio.  E fino ad alcuni anni fa non c’era bisogno di prenotazione: si andava al municipio, raggiunto lo sportello dopo una discreta fila, la carta d’identità era consegnata “a vista”, immediatamente. Quello di carta era un documento grande, ingombrante, si sgualciva facilmente e si poteva stracciare. Il “sogno” dei romani era un documento moderno, europeo, elettronico, di plastica modello carta di credito, indistruttibile. Ma quando il “sogno” sembrava realizzato, si è subito dissolto.

Si è lavorato alacremente al progetto (si fa per dire!), la sperimentazione della carta d’identità elettronica è durata ben 15 anni. È  costata spese e impegno a non finire degli impiegati capitolini e del ministero dell’Interno. Per molti anni, come si è detto, un solo municipio rilasciava l’agognato documento elettronico, mentre gli altri continuavano a consegnare quello tradizionale di carta. Finita la lunga sperimentazione, però, non è arrivato il Paradiso. È giunto un Inferno peggiore di quello del passato, quando si leggevano sul documento di carta via via sempre più spiegazzata, nomi e dati di nascita fin troppo spesso sbagliati. Ma questi errori di dati e nomi continuano: prima erano svarioni anagrafici su carta, adesso sono digitali!

E non è finita. C’è la nuova delusione sull’infallibilità della tecnologia digitale. La plastica, mistero da esplorare, troppe volte si apre a metà: un pezzo da una parte e uno dall’altra. È un problema in più per la sindaca di Roma Virginia Raggi e anche per il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Troppe delusioni. In prima fila c’è il vuoto dell’Europa. In testa gira un rovello: perché esiste la moneta comune, l’euro, e non una carta d’identità comune europea? Ma forse la spiegazione è semplice: l’efficienza e la potenza della finanza sono ben superiori a quelli della burocrazia anagrafica. Anche questo è uno scoglio sul quale rischia di naufragare l’Unione europea.

 

R.Ru.